<dc:title> Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura </dc:title><dc:creator opt:role="aut">Giacomo Leopardi</dc:creator><dc:date>XIX secolo</dc:date><dc:subject></dc:subject><dc:rights>CC BY-SA 3.0</dc:rights><dc:rights>GFDL</dc:rights><dc:relation>Indice:Zibaldone di pensieri I.djvu</dc:relation><dc:identifier>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1094&oldid=-</dc:identifier><dc:revisiondatestamp>20130712200418</dc:revisiondatestamp>//it.wikisource.org/w/index.php?title=Pensieri_di_varia_filosofia_e_di_bella_letteratura/1094&oldid=-20130712200418
Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura - Pagina 1094 Giacomo LeopardiZibaldone di pensieri I.djvu
[p. 399modifica] piú secoli e molto altro spazio poco alterata, come si può vedere in Libanio, in Imerio, in S. Gregorio Nazianzeno e altri tali sofisti piú antichi o piú moderni di questi, che sono corrottissimi nel gusto e non corrotti o leggermente corrotti nella lingua. Tanta era per una parte la libertà, la pieghevolezza e, dirò cosí, la capacità della lingua greca formata, che poteva anche essere applicata a pessimi stili, senza allontanarsi dall’indole della sua formazione e senza perdere le sue forme proprie e il suo naturale ed essere adoperata da una letteratura guasta senza guastarsi essa stessa, adattandosi tanto al buono come al cattivo e ricevendo nella immensa capacità delle sue forme e nella sua varietà, copia e ricchezza, sí l’uno come l’altro. Simile in ciò all’italiana, dove si può scrivere purissimamente cose di pessimo gusto ed usare un pessimo stile, in ottima o non corrotta lingua, come ho detto [p. 400modifica]altrove. Dal che nasce la difficoltà di scriver bene in italiano, a differenza del francese, che, avendo una sola lingua, ha anche un solo stile e chiunque scrive in francese non può non iscrivere in istile appresso a poco buono. E però non dobbiamo farci maraviglia di quello che dicono, che tutti i francesi piú o meno scrivono bene.