Pensieri di varia filosofia e di bella letteratura/1095

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*   Tanta per l’altra parte (ritornando al proposito) era l’alienazione della letteratura greca da ogni cosa straniera. Giacché anche la corruzione della lingua italiana che accadde nel quattrocento, e poi nel cinquecento, siccom’era corruzione italiana, non mutò le forme sostanziali e il genio proprio della lingua, com’è accaduto per lo contrario in questi ultimi tempi, dove la corruzione è derivata da influsso straniero.

E se vogliamo vedere l’influenza straniera sulla lingua greca e come subito la corruppe, per incorruttibile che paia, come abbiamo dimostrato, sebbene è difficile trovar cosa straniera in detta letteratura, consideriamo l’unico (si può dir) libro straniero che, introdotto in Grecia (o ne’ paesi greci), abbia influito sopra i suoi scrittori, e che sia stato ai greci oggetto di studio. Lasciamo l’influenza del latino nel greco dopo Costantino, influenza che tardò molto a propagarsi e a guastare definitamente la lingua, perché si esercitò piuttosto sul parlato che sullo scritto e dal parlato arrivò, solo dentro lungo spazio, alla letteratura. Io voglio parlare della Bibbia. Esaminiamo i padri greci, da’ primi fino agli ultimi, e vi troveremo immediatamente una visibilissima e sostanziale corruzione di lingua e di stile, derivata dagli ebraismi, dall’uso dello stile profetico, salmistico, apostolico, dalla brutta e barbara