Pandemonio/Parte V. Avvenimenti mondiali fra Calabria e Sicilia/Ara pacis

Parte V. Avvenimenti mondiali fra Calabria e Sicilia - Ara pacis

../Gioia, dolore, morte ../Il suicidio del papato IncludiIntestazione 15 settembre 2022 75% Da definire

Parte V. Avvenimenti mondiali fra Calabria e Sicilia - Gioia, dolore, morte Parte V. Avvenimenti mondiali fra Calabria e Sicilia - Il suicidio del papato
[p. 381 modifica]

ARA PACIS


O mia Sicilia! Ti dissero terra del fuoco, ma non è forse più vero che fosti la terra delle guerre ardenti, feroci e sterminatrici di quasi tutti i popoli del mondo combattentisi fra loro? Sia che ti inva[p. 382 modifica]sero con eserciti o si stabilirono, o dominanti, o sottomessi o corteggianti, predoni tutti! tutti pervasi d’odio e di spirito di discordia e di lotta.

Già le tue diverse denominazioni: Sicania, Sicilia, Trignestra o Trinacria, Magna Grecia, dimostrano che genti si sovrapposero tra altre genti con le armi. Dunque vera isola delle inimicizie e del sangue.

I Ciclopi rappresentano gli aborigeni, se tale nome ora si può più adoperare. Forse non altro che antropofagi. Forse non altro che vulcani da un solo occhio nel monte, onde era sparsa tutta l’isola, eruttanti fuoco. Gli urli del ciclope ferito, i boati del vulcani lanciati con possa contro le navi; e i compagni d’Ulisse divorati dal fuoco, i colpiti dalle eruzioni tra i costeggianti quelle prode certo sempre infeste a chi volle prendervi terra.

Dall’Iberia vennero i Sicani, non si sa se Celti o Baschi. — Dai Sicani e Trojani devono essere nati gli Elimeni che si vantavano di discendere da Enea. — I Sicheli, più tardi detti Siculi, venuti dal continente latino. — I Fenici, anche mercatanti, portavano armi da combattere. — Colonie di Grecia, Calcidesi, da Megara, Corinto; Jonii, Achei, Dorii, Cretesi, Rodii, Messeni. — I Punici di Cartagine. — Mamertini. — Romani. — 278: I Franchi saccheggiano l’Isola. — Ostrogoti. — Costante II portò ogni male all’Isola. — 445-768: Saccheggiata dai Vandali. — 491: Ceduta a Teodorico. — Settimo e ottavo secolo scorrerie di Saraceni dall’Africa. — 825: Eufemio. - 827: Aglabiti di Keruan. - Discordie tra Arabi e Berberi. — Lotta delle due sette mussulmane Sunni e Schiaiti. — Oltre due secoli la Sicilia languì sotto i Maomet[p. 383 modifica]tani. — 1038: Normanni. — 1071: Roggero s’impossessa di Messina. — 1072: Presa di Palermo. — 1150: Re Roberto Guiscardo. - Tancredi. — Federico Barbarossa fece dare la corona a suo figlio Enrico. — 1189: — Enrico IV della casa Sveva. — 1268: Corradino Hohenstaufen. — 1282: Dopo i Vesperi Siciliani la casa d’Aragona. — 1441: Dominazione degli Aragonesi. — I transitori domini di Ludovico re di Ungheria, papa Innocenzo IV, Giacomo d’Aragona e Carlo VIII. — Il dominio della casa Austriaca finì colla morte di Carlo II nel 1700. — 1713: dopo la pace di Utrecht la Sicilia appartenne a Vittorio Amedeo di Savoia. — 1717: La Spagna prende Palermo, conquista Catania, blocca Messina. — Sotto l’Inglese Bing approdo di navi inglesi con truppe imperiali e altri nemici della Spagna. — 1720: Le due Sicilie unite sotto l’imperatore Carlo VI. — 1734: Carlo di Spagna in Sicilia. — 1795: Conquista dell’Isola compiuta. — 1806-1815: La Sicilia appartiene al Borbone Ferdinando.

L’elenco e succinto e incompleto.

Giova credere a un Fato propizio all’umanità: Qui, proprio, dove discendenti d’innumeri genti, che come vedemmo fecero guerra o invasione o stabilirono dominio tirannico o si assalirono spietatamente, proprio qui la dimostrazione morale e materiale, il convegno di pace universale in cui si unirono in bella fratellanza tutti i popoli del mondo! Qui l’espressione spontanea di universale amore, qui insomma l’umanità fatta una sola famiglia.

E qui proprio, ove si favoleggiò che le Sirene attirassero col canto le navi per annientarle, succede a [p. 384 modifica]un tratto il contrario, convengono cioè le navi d’ogni nazione per la salvezza di tanta gente.

E un arcano tremendo che gl’individui e i popoli per avere un gran bene debbano essere sempre vittime antiespiatorie.

Come nelle rivoluzioni, quando i popoli non ne possono più, cadono tanti innocenti.

E ci sono sempre i precursori sui patiboli e nelle segrete.

E appunto quest’arcana legge di natura, ora più che mai verificatasi, mi fa sperare prossima la pace indetta dal cuore.

La natura stessa, che sente, ha dato la più grande battaglia a memoria d’uomini, rovinando due floride città e venti borgate e mettendo a morte 300,000 innocenti, contando quelli che per le conseguenze dovranno essere mutilati o soccombere ai dolori, all’inedia, non soccorsi a tempo.

E quanti sono i poveri senza tetto costretti ad andar tapinando pel mondo, e i sofferenti d’un supplizio di agonia morale alla ricerca dei loro cari, e gli infelici divenuti esseri inutili pei manicomi?

Qui fu la grande tragedia dell’umanità. Nelle nazioni il bene e il male, l’urto delle passioni; qui un lampo di pace universale come non fu mai, da che mondo e mondo; tutti i paesi, tutti i partiti e le religioni fusi nell’atto generoso di soccorso. Qui apparve la solidarietà del genere umano. Questa unione nel dolore fu protesta contro il genio del male.

L’uomo deve migliorare la natura.

Slancio omogeneo iniversale. Questo fu un anno [p. 385 modifica]grande, poichè sembrò sorgere al mondo un’alba gloriosa. Parve che l’idea penetrasse dovunque, spirante un’anima sola, pace ed amore. La stessa natura sembro far luogo all’accordo propagandista, al congresso per la pace universale.

Altra coincidenza fatidica: Messina è uno dei porti più securi per tutte le navi. Sia il suo Faro simbolo di pace all’universo.

Si chiami Cosmopoli dalle future generazioni.

Il Faro ancora è libertà dei popoli.

Siamo prossimi a questo convegno mondiale per la pace universale.

I popoli del mondo mostrano che l’uomo è dappertutto lo stesso, cioè che la sua parte migliore è il cuore e che e destinato a fare una sola famiglia.

Lo slancio contemporaneo non può essere indarno.

Anche una regina, se osa esser donna soltanto ed abbandonarsi al cuore femminile, può far parte di questo convegno dell’umanità per la pace, di questo plebiscito per la fratellanza.

Opera pietosa quella dell’Elena. Ma come per poco la ingenua figura non sarebbe stata contaminata e resa quasi incresciosa dal basso stuolo degli adulatori d’ambo i sessi e dei petenti, i quali la levarono al cielo meravigliando che vestisse dimessa e non portasse alcun segno del suo grado, e non facesse comparsa teatrale al letto dei feriti, cinto il collo di perle e gli orecchi adorni di gemme pendenti!

Le persone d’animo volgare, gli asserviti, non sopportano di vedere i grandi uguali a se, vogliono lo spettacolo della magnificenza reale. [p. 386 modifica]

E bassezza anche maggiore e il trarre partito dalle sciagure per accostare i grandi all’uopo di farsi meriti e di strappare onori e croci.

No, ella non fece una visita officiale d’ispezione, ma rimase più giorni su terreno fremente e minaccioso, che sentiva di cadaveri, nel pericolo comune di subissarsi, vincendo la paura e il ribrezzo naturali a tutti, anche ai più forti.

Pur la milizia provò luminosamente il senso di umanità che governa quando i soldati possono ritornare uomini, agire secondo l’impulso del cuore. La milizia, non il militarismo che incatena anima e corpo, volere e libertà, con la dura legge della disciplina che talora obbliga a spianare i fucili e tirare contro i fratelli, i lavoratori.

La bellezza dello Stretto è l’esultanza che dà all’anima la comune patria dei poeti, il Mare, il Mare la fratellanza dei popoli.

In nome e nella memoria del Faro: Gli Slavi si riconcilieranno coi Tedeschi in Boemia, gli Slavi si intenderanno con gli Italiani nel Litorale e nella Dalmazia; senza l’opera del governo e senza preti. Ma ripeto: coi governi? la diplomazia? Oibò! Notate che nel grande teatro pacifico dell’Aja per poco non sarebbe partito l’ordine di guerra contro il Venezuela e quello di annientare le sue navi. Ah! ah!

Se ci sarà l’arbitrato dell’Aja a cui essa ufficialmente mandò rappresentanti stipendiati?

Come quando una corte per etichetta prende il lutto in carnevale per la morte di qualche principe non compianto da nessuno, e quando si deve dare [p. 387 modifica]un ballo depone il lutto per quella notte, oppure comincia il lutto officiale all’indomani, ah! ah! così quegli oziosi pretendenti dell’Aja che discorrono di pace mentre non vi è guerra, chiuderanno bottega durante il tempo che due nemici si scannano e andranno a divertirsi muniti delle tessere ornate dell’olivo che dà il viaggio gratis. Intanto un terremoto intelligente dovrebbe distruggere e far crollare quella costosa e lussuriosa magione.

Mentre si scannano e distruggono e mutilano fino alla riapertura del congresso dei prebendati della pace. Ah! ah!

Una donna di alti sensi, natura di vero apostolo, agì con zelo implacabile. Ma essa è dell’aristocrazia e non crede possibile il benessere del popolo se non coi sovrani. Tante volte mandò da un congresso telegrammi allo Zarre, da lei, pieno di guerre, dipinto pacifico. Ah, ah, ah! Allo Zarre che fece la più grande guerra-ecatombe!