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un ballo depone il lutto per quella notte, oppure comincia il lutto officiale all’indomani, ah! ah! così quegli oziosi pretendenti dell’Aja che discorrono di pace mentre non vi è guerra, chiuderanno bottega durante il tempo che due nemici si scannano e andranno a divertirsi muniti delle tessere ornate dell’olivo che dà il viaggio gratis. Intanto un terremoto intelligente dovrebbe distruggere e far crollare quella costosa e lussuriosa magione.

Mentre si scannano e distruggono e mutilano fino alla riapertura del congresso dei prebendati della pace. Ah! ah!

Una donna di alti sensi, natura di vero apostolo, agì con zelo implacabile. Ma essa è dell’aristocrazia e non crede possibile il benessere del popolo se non coi sovrani. Tante volte mandò da un congresso telegrammi allo Zarre, da lei, pieno di guerre, dipinto pacifico. Ah, ah, ah! Allo Zarre che fece la più grande guerra-ecatombe!


IL SUICIDIO DEL PAPATO


Quando nel 1884 a Napoli, cattolica e credente, il colera, ivi detto lo zingaro, menava innumeri stragi, come un tempo la peste, e da tutta l’Italia vi accorrevano i volontarj della carità, giovani eletti, garibaldini della morte, capitanati da Cavallotti, e poi vi andò Umberto, papa Leone XIII voleva andarvi anch’esso. Ma non vi andò.

Quando nel 1905 il terremoto mise sotto sopra le contrade della Calabria, paese della cieca fede dove si recarono squadre di salvezza da tutte le re-