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60 pensieri (1283-1284)

perfettamente, se non dopo lunghe serie di esperienze e riflessioni. Non poté detta analisi arrivar súbito ai suoni intieramente elementari. Quindi segni inutili e soprabbondanti per una parte, mancanze di segni necessari per l’altra. Quindi sistema peccante di poca semplicità e di troppa semplicità. Gli archeologi possono facilmente vedere e notare e notano i progressi dell’alfabeto sí presso una medesima nazione, sí passando ad altre nazioni, come fece. Certo è però che i primissimi alfabeti dovettero essere molto piú imperfetti di quegli stessi imperfettissimi e primi che conosciamo e che essi dovettero lungo tempo durare in quella o simile imperfezione e quindi tanto piú contribuire ad alterare la lingua scritta, la lingua comunicata alle altre nazioni e tempi ec. Quante parole che si distinguevano ottimamente nella pronunzia, si dovettero confondere nella scrittura. O si cercò allora di distinguerle in modi arbitrarii, o, lasciandole cosí indistinte, le proprietà, i significati, le origini delle parole si  (1284) vennero a poco a poco a confondere. Nell’uno e nell’altro caso vedete quanto la necessaria imperfezione delle prime scritture (e per prime intendo quelle di parecchi secoli) debba aver nociuto alla perfetta conservazione delle primitive radici, averle svisate di forma, confusine i significati ec. ec. Cosí discorrete degli altri inconvenienti che derivarono dalle imperfezioni degli alfabeti e degli effetti che questi inconvenienti dovettero produrre sulle parole.

Ma anche senza considerare nei primitivi alfabeti, o alfabeto, veruna imperfezione, ripeto che l’applicare le parole pronunziate in segni allora inventati, dové necessariamente patire le stesse difficoltà, che si patiscono nel discendere dalla teorica alla pratica. Osserviamo i fanciulli che incominciano a scrivere, ancorché sappiano ben leggere, ovvero gl’ignoranti che sanno però ben formare tutte le lettere e scrivono sotto la dettatura. Quanti spropositi derivati dalla poca pratica