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334 | SOFOCLE |
Pag. 61, v. 899. - Al centro della terra intangibile, cioè all’oracolo di Apollo in Delfo che era vicino a una profonda fenditura della terra. Presso l’ara che ardeva perpetuamente davanti la statua del Dio, era l’immagine dell’ombilico della terra (ὀμφαλὸς τῆς γῆς) a rappresentare sensibilmente che quello appunto era ritenuto il centro della terra, poiché le due aquile mandate da Giove ai due punti estremi e opposti s’erano quivi incontrate nel loro ritorno.
Pag. 61, v. 901. - Abe, antichissima città della Focide, con un celebre tempio di Apollo.
Pag. 77, v. 1092. - Al plenilunio. Le feste in cui erano rappresentate le nuove tragedie avevano luogo a metà del mese di Elafebolione, cioè verso il plenilunio.
Pag. 77, v. 1100. - Al Dio Cillenio, a Mercurio, nato sul monte Cillene in Arcadia.
Pag. 86, v. 1190. - La fiera vergine, cioè la Sfinge, è chiamata dal curvo artiglio, perché aveva sí il capo e il petto di donzella, ma il tronco e le estremità di leone.
Pag. 101, v. 1502. - Meneceo era padre di Creonte e di Giocasta.
EDIPO A COLONO
Pag. 123, v. 63. - La bronzea soglia della Terra è l’entrata del sotterraneo che, secondo le credenze d’allora, conduceva al Tartaro.
Pag. 125, v. 92. - Le Dee invocate sono le Eumenidi.
Pag. 126, v. 110. - Le Eumenidi sono dette astemie, perché nel sacrificare a loro non si versava vino.
Pag. 126, v. 117. - Figlie dell’antica Tenebra: già al v. 45 aveva dette le Eumenidi figlie della Terra e del Buio.
Pag. 146, v. 410. - Il piú giovane d’anni è Eteocle.
Pag. 146, v. 415. - Parentele nuove; Polinice di fatti sposò Argia, figlia di Adrasto, re d’Argo.
Pag. 150, v. 459. - Fra loro, cioè fra Eteocle e Polinice.
Pag. 153, v. 533. - Non aggiunger vino; cfr. p. 126, v. 110 ove dice queste dee astemie.
Pag. 161, v. 608. - In casa d’altri, presso il nonno Pitteo, re di Trezene.