Pagina:Tragedie di Sofocle (Romagnoli) II.djvu/104

1491-1517 EDIPO RE 101

E quando il tempo delle nozze giunga,
chi mai sarà che ardisca, o figlie mie,
tanto obbrorio affrontare, e tal rovina,
che sui miei genitori e su me pesa?
1495Quale sciagura manca? Il padre vostro
fu del padre uccisore, il campo arò
ov’ei fu seminato, e n’ebbe figlie
dal grembo istesso ond’ei vide la luce.
Tale obbrobrio udirete. E chi sposarvi
1500vorrà? Nessuno, oh figlie! E senza nozze
e senza figli vi dovrete struggere!
O di Menèceo figlio17, oh tu che resti
sol padre a loro, poi ch’entrambi spenti
siamo noi due che a lor demmo la vita,
1505non sopportar che derelitte vadano
senza né patria né marito, errando;
non adeguarle ai mali che m’opprimono:
di loro abbi pietà, che prive sono,
lo vedi, in tale età, d’ogni sostegno,
1510tranne che il tuo. Consenti, o generoso,
dammi la mano. E voi, figlie, se aveste
già senno, assai consigli io vi darei.
Or questo voto io fo per voi. Dovunque
conduciate la vita, oh, miglior sorte
1515a voi che al vostro genitore arrida.
creonte
Basta il pianto. Orsú, rientra nella reggia.
edipo
 A mal mio grado
lo farò.