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NOTE A «GLI ERACLIDI».
Pag. 12, v. 24. - I due figli di Teseo, cioè Demofonte e Acamante.
Pag. 15, V. 9. - Alla tetrapoli; sono i quattro borghi di Maratona, Enoe, Probalinto e Tricorito.
Pag. 22, v. 28. - Del funesto cingolo. Allude all’impresa di Ercole contro le Amazzoni per conquistare la cintura cui era appesa la spada di Marte; e chiama tale cingolo funesto, perché causa di una sanguinosa battaglia in cui morí la regina delle Amazzoni, Ippolita.
Pag. 27, v. 5. - D’Alcato ecc. Cfr. Prefazione, pag. 6.
Pag. 31, v. 8. - Di Stenelo il figlio, cioè Euristèo.
Pag. 55, v. 6. - Saldo ecc. Lo sdrucciolare, quando si cominciava a camminare, era, presso gli antichi, di malaugurio.
Pag. 61, v. 14. - Dall’umana gola, dalla gola, cioè, di Macaria.
Pag. 68, v. 4. Si trova ove si trova, cioè in cielo, fra i Numi.
Pag. 72. v. 16. - La divina vergine di Pallene è Minerva che a Pallene aveva un tempio a lei dedicato. Cfr. pag. 62, v. 13.
NOTE A «IFIGENIA IN AULIDE»
Pag. 98, v. 2. - Settemplice, perché erano appunto sette le stelle che formavano la costellazione delle Pleiadi.
Pag. 101, v. 3. - Quell’uomo è Paride.