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238 | la secchia rapita |
CANTO SECONDO
S. 7, v. 3: Questo Rarabone, che ’l poeta finge qui per autore della sua famiglia, non si sa che veramente fosse allora capo di banca; ma si trova però nelle croniche di quella cittá scritto fra gli anziani e conservatori di essa ventott’anni appresso.
S. 11, v. 2: Equivoca e scherza sopra il nome di Marcello, che in Venezia è una moneta da dodici soldi.
S. 13, v. 3: Il dottor Camillo Baldi fu principal lettore dello Studio di Bologna, e amico del poeta; e avea le sue possessioni a Grevalcore terra palustre; dove, alle prime rane che si veggono, sogliono i modanesi motteggiare che quei di Grevalcore non possono piú perir di quell’anno, perché quivi ne nascono e se ne mangiano assai.
S. 13, v. 7: Veramente Appiano Alessandrino, descrivendo il luogo dove Pausa console fu ucciso dalle genti di Marc’Antonio, pare che additi le valli di Grevalcore; dove tanto gli uomini quanto le rane nascono verdi e gialli.
S. 27, v. 6: Veggansi l’istorie di quei tempi, e troverassi che i modanesi, i parmegiani e i cremonesi erano sempre uniti in lega.
S. 28, v. 1: Finge il poeta che la Fama porti gli avisi e le gazzette de’ menanti d’Italia alla corte di Giove.
S. 33, v. 4: Intende delle maremme di Siena, i cui cervelli hanno fama d’avere occulta intelligenza con questa dea.
S. 35, v. 8: Le meretrici invecchiate e dismesse sogliono per l’ordinario applicarsi a cosí fatti lavori.
S. 36, v. 2: Rappresenta certe mogli indiavolate e traverse, che sempre aggiustano tutte le faccende loro a disgustare il marito. S’egli ha forestieri, esse vogliono fare il bucato; se vuol mangiar per tempo, esse vanno all’ultima messa; s’egli ha bisogno di loro, vanno a lavarsi il capo: altre non si mettono mai ad intrecciarsi i capegli, se non quando si vuole andare a tavola, per farsi aspettare un pezzo: strebbiatrici, insolenti, picchiapetti.
S. 36, v. 8: È galanteria, che s’usa nelle corti di Roma, acciò che i servidori non s’imbriachino. Sono di quei benefici non ricercati, che sogliono usare i moderni caritativi.
S. 43, v. 1: Il signor Guglielmo Moons, agente del serenissimo elettor di Colonia, paragonò questo luogo con quelli d’Omero