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32 | la secchia rapita |
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Pallade sdegnosetta e fiera in volto
venía su una chinea di Bisignano,
succinta a mezza gamba, in un raccolto
abito mezzo greco e mezzo ispano:
parte il crine annodato e parte sciolto
portava, e ne la treccia a destra mano
un mazzo d’aironi a la bizzarra,
e legata a l’arcion la scimitarra.
32
Con due cocchi venía la dea d’Amore:
nel primo er’ella e le tre Grazie e ’l figlio,
tutto porpora ed or dentro e di fuore,
e i paggi di color bianco e vermiglio;
nel secondo sedean con grand’onore
cortigiani da cappa e da consiglio,
il braccier de la Dea, l’aio del putto,
ed il cuoco maggior mastro Presciutto.
33
Saturno, ch’era vecchio e accatarrato
e s’avea messo dianzi un serviziale,
venía in una lettiga riserrato
che sotto la seggetta avea il pitale.
Marte sopra un cavallo era montato
che facea salti fuor del naturale;
le calze a tagli, e ’l corsaletto indosso,
e nel cappello avea un pennacchio rosso.
34
Ma la dea de le biade e ’l dio del vino
venner congiunti e ragionando insieme:
Nettun, si fe’ portar da quel delfino,
che fra l’onde del ciel notar non teme;
nudo, algoso e fangoso era il meschino,
di che la madre ne sospira e geme,
ed accusa il fratel di poco amore,
che lo tratti cosí da pescatore.