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250 note

Pag. 139, lin. 2.

Segno di amore.


Pag. 140, lin. 5.

Tra le superstizioni della religione de’ gentili quella vi era, che Proserpina venisse a radere un po’ di ciuffo a colui, che poco tempo dopo dovea morire. Nell’Alceste di Euripide questo ufficio è assegnato a Mercurio. Virgilio dice di Didone che penava a morire perchè

Nondum illi flavum Proserpina vertice crinem abstulerat...


Pag. 140, lin. 35.

Petronio non fu il primo a scrivere questa novella, ma ben fu il primo che sì leggiadramente la scrivesse. Apuleio ne fa cenno nel primo libro dell’Asino d’oro, e v’è chi pretende che sia vera storia.


Pag. 142, lin. 19.

Eneid. lib. 4. v. 34. traduzione di Annib. Caro.


Pag. 143, lin. 5.

Eneid. v. 38. lib. 4. traduzione di Annib. Caro.


Pag. 152, lin. 3.

Crotone, città della Calabria ulteriore, o meridionale poco distante dal Golfo di Taranto. L’antica Crotone fu già, come Sibari sua vicina e sua rivale, una delle più fiorenti repubbliche d’Italia. I Romani la conquistarono, e sin dai fondamenti distrussero. Oggi appena vi rimangono alcune rovine di case, di sepolcri, e di tempj, fra i quali veggonsi de’ frammenti considerabili del tempio di Giunone Lucina, e chiamasi Capo Colonna. Distante sei miglia havvi una nuova Crotone, piccola ed infelice città situata in mezzo alle paludi, ed al pantano. Veggasi Pilati a pag. 238 del Tomo II. de’ suoi Voyages en differens pays de l’Europe.