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Juppiter Optimus Maximus, abbreviato OM. (non Maximus Optimus), Cic. ed a.: e Bona Dea (V. part.).

II) sost., 1) bonum, i, n., il bene == buona disposizione, buono stato, ecc., in bonum vertere, tornare in bene, Caes.: mutare in deterius aut in melius, Sen.: reficere in melius, Plin. ep.: ire in melius valetudinem principis, stia meglio di salute il principe, Tac. 2) bonum, i, n. e plur. bona, orum, n. il bene, a) generic. ogni bene fisico, spirituale e morale, beni di fortuna, felicità, pregio, corporale, spirituale e morale; ingegno, virtù, generic. tutto ciò che è buono, retto e lodevole (contr. malum), α) sing. fortuitum, Cic.: fragile, Ov.: nihil melius immortalibus homini a diis datum, nessun bene maggiore, Cic.: bonum naturale, ingegno innato, Nep.: summum bonum, il sommo bene (in senso filosofico), Cic. β) plur.: bona externa, Cic.: bona malaque corporis, Suet.: bona aut mala, pregi o difetti, Sall.: bona vitiaque, Cic.: bona pacis, Tac.: mala fugere, sequi bona, Cic.: b) bene, beni, sostanze, ricchezze, solo al plur., bona fortunae possessiones omnium, Cic.: bona paterna et avita, Cic.: bonorum omnium heres, erede universale, Liv.: quindi esse in bonis, essere in possesso dei beni (di una eredità), Cic. ep. 13, 30, 1, all’incontro Cic. Tusc. 5, 28: qui sint in bonis nullo adjuncto malo, cioè coloro che sono in possesso e godimento di beni d’ogni genere (fisici e morali), c) bonum, il bene == l’utile, vantaggio, ricompensa, alci bono est, torna in vantaggio ad alcuno, anche coll’acc. e l’infin., Cic.: nulla boni spe, senza sperare niente di buono, Tac.: quis enim ullam ullius boni spem haberet in eo? dovrebbe aspettare qualche bene da lui? Cic.: quibus occidi patrem bono fuit, Cic.: bonum publicum, il vantaggio dello Stato, il bene dello Stato, il bene comune, Sall. ed a.: così anche bonum commune, Sen.

bŏo, āre (βοάω), gridare ad alta voce, rimbombare, Plaut. ed Ov.

Bŏōtēs, ae e is, m. (βοώτης, boaro), costellazione dell’emisfero boreale detta anche Arctophylax e lat. puro Custos o Custos Arcti, Cic. ed a.

bŏrĕās, ae, m. (βορέας), lat. puro aquilo, I) propr., vento di NNE; quindi anche vento settentrionale, borea, Nep. Verg. ed a.: meton., settentrione, Hor. carm. 3, 24, 38. II) personif., Boreas == Aquilo n° II (V.). Ov. met. 6, 682 e 702.

bŏrēus, a, um (βόρειος), settentrionale, boreale, axis, Ov. trist. 4, 8, 41.

Bŏrysthĕnēs, is, m. (Βορυσθένης), Boristene, gran fiume della Sarmazia europea, ora Dnjepr o Dnepr. — Deriv.: A) Bŏrysthĕnĭdae, ārum, m., abitanti vicino al Boristene. B) Bŏrysthĕnĭus, a, um, del Boristene.

bōs, bŏvis, c. == βοῦς, I) bove, come m. == bue, toro, opimus, Cic.: come f. == vacca, eximia, Liv. II) (secondo il greco) trasl., specie di pesce marino della famiglia delle linguattole, Ov. e Plin.

Bospŏrus, i, m. (Βόσπορος, cioè guado del bove), nome di angusti «stretti di mare», partic.: I) Bosporus Thracius (secondo la leggenda guado di Io sotto forma di vacca), tra la Tracia e l’Asia Minore; temuto dai marinai a motivo delle rapide correnti e delle tempeste che vi dominano, ora stretto di Costantinopoli, II) Bosporus Cimmerius, nella Crimea, ora stretto di Jenikale, russo Wosporskoi. Detto anche sempl. Bosporus, Curt. 6, 2, 13 e (come fem. la striscia di terra sul Bosporus), Prop. 3, 11, 68. — Deriv.: A) Bospŏrānus, a, um (Βοσπορανός), del Bosforo, sost. == un abitante del Bosforo, B) (poet.) Bospŏrĭus, a, um (Βοσπόριος), del Bosforo.

bŏtŭlārĭus, ĭi, m. (botulus), salsicciaio, Sen. ep. 56, 2.

bŏtŭlus, i, m. salsiccia, Petr. ed a.

bŏvārĭus, a, um (bos), appartenente ai buoi, boario, forum (V. forum), Cic. e Liv.

Bŏvĭānum, i, n. capoluogo dei Pentri nel Sannio, conquistato dai Romani, ora Bajano.

Bŏvillae, ārum, f., I) antichissima cittaduzza nel Lazio, sulla via Appia e appiè del monte Albano, circa due miglia da Roma (quindi Bovillae suburbanae), col sacrarium della gens Julia, Boville. In un’osteria vicino a questa città morì Clodio già ferito sulla via dai sicari di Milone; quindi scherzos., pugna Bovillana (la lotta presso Boville), Cic. ad Att. 5, 13, 1. — Deriv.: Bŏvillānus, a, um, di Boville, vicinitas, Cic.: pugna (V. sopra), Cic. II) luogo nell’agro Arpinate: deriv.: Bŏvillānus, a, um, di Boville, fundus, Cic. ad Q. fr. 3, 1, 2, § 3.

bŏvillus, a, um (bos), forma second. arcaica per bubulus, bovino, di bue, grex bovillus, Carm. vet. in Liv. 22, 10, 3.

brăbeuta, ae, m. (βραβευτής), ordinatore di lotte pubbliche, presidente dei giochi di lotta, giudice della lotta, distributore dei premi, Suet. Ner. 53.

brāca (bracca), ae. f., comun. al plur. brācae, ārum, f., specie di calzoni larghi e lunghi, brache, Prop. ed a.

brācātus (braccātus), a, um (braca), I) vestito di ampi calzoni, bracato, Mela, 2, 1, 10 (= 2, § 10), II) trasl: A) forestiero, barbaro, effeminato, sagati bracatique, Cic.: natio, Cic.: miles, Prop. B) come denominazione geografica == transalpinus, come in Gallia bracata, antica denominazione della provincia della Gallia di là dall’Alpi, più tardi Gallia Narbonensis, Plin.: cognatio bracata (sarcasticam.), parentela con uomini della Gallia Narbonese, Cic.

brāchĭŏlum, i, n. (dimin. di brachium), bracciotto, piccolo, vezzoso braccio, Catull. 61, 181.

brāchĭum, ĭi, n. (βραχίων), avambraccio dalla mano sino al gomito (mentre lacertus, il braccio di là fino alla spalla), Tac. Germ. 17. Ov. met. 1, 501. II) braccio intiero, dalla spalla fino alle dita, A) propr.: diu jactato brachio scutum manu emittere, Caes.: brachium fregisse, Cic. — La danza degli antichi consisteva principalmente nel muovere acconciamente le braccia, brachia saltantis, Ov.: brachia numeris movere, Ov. — prov., brachia sua praebere sceleri, esser complice di, ecc., Ov. her. 7, 126: illud levi brachio agere, far