Osservazioni di Giovanni Lovrich/De' Costumi de' Morlacchi/§. 16. Danze, e giuochi

§. 16. Danze, e giuochi

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§. XVI.

Danze, e giuochi.

L
E danze de’ Morlacchi potrebbon fors’essere il rimasuglio delle antiche Baccanti.1 Esse non [p. 133 modifica]ànno merito alcuno, nè s’intraprendono giammai, quando Bacco non vi sopraintenda, o per meglio dire, quando le teste de’ danzanti non sieno ripieneFonte/commento: Pagina:Osservazioni di Giovanni Lovrich.djvu/269 di questa Deità. Vengono chiamate col solo nome di Kolo da ciò, che ordinariamente i danzanti (ed in questi entranvi uomini, e Donne) formano una figura circolare danzando. Se io non fossi stato più volte spettattore di queste rustiche danze, forse crederei al Fortis, ch’esse si fanno al suono di qualche strumento, adoprato da qualche valente nel mestiere, ma ora non sono in istato di asserire una cosa a capriccio. Non può negarsi, che nel tempo istesso, che si danza, non vi sieno molti, e varj stromenti da fiato, questi per altro ànno tanto che fare colla danza, quanto i givochi di forza, o destrezza, che si fanno a parte. Tutto che vi sieno de’ Cantori fuori della danza, nullostante i danzanti, girando lentamente, e tenendosi per mano l’un l’altro, cantano anch’essi, ed è molto comune fra questi una Canzone, che comincia

          Odi u Kolo dusco moja ec.
          
          „ Vieni in cerchio anima mia ec.

Il cerchio, cioè il Kolo cangia forma ad ogni istan[p. 134 modifica]te, (nel che consiste la bravura di chi è capo della danza) ed ora viene convertito in elissi, ora in figura della lettera S, ora in un modo, ed ora in altro. Si divide alle volte il cerchio in tante copie a due a due, maschj, e femmine, e si pregia chi più resiste a far de’ salti sperticati, e a questo saltare dicesi skocçi gori, cioè salta su, non salti alti come traduce il Fortis. Veramente il trasporto de’ Morlacchi per questa danza è eccessivo, ma non la intra prendono giammai mal pasciuti, e stanchi, com’è di parere il Fortis. Ma come ànno ad essere mal pasciuti, se non si danza, che ne’ tempi delle maggiori festività, e chiasso, vale a dire di Natale, di Carnovale, nel tempo di Nozze ec? Dal che si può far anche una veridica deduzione, che le danze de’ Morlacchi sono utili al corpo per la digestione della strabbocchevole ripienezza dello stomaco, che in quelle occasioni senza dubbio succede, ed à torto il Fortis di credere, che producano malattie inflammatorie.

I givochi de’ Morlacchi sono atti a renderli agili, destri, e forti, e perciò non dovrebbero essere mal’intesi. L’agilità consiste a chi sa correr con più velocità, la destrezza a chi salta più da un luogo all’altro (e si trovano di quelli, che saltano dodici piedi Geometrici) e la fortezza a chi scaglia più lontano una pietra, che con istento si leva da terra. Conservansi ancora nel loro primiero stato i givochi delle giostre, e de’ cavalli, che ne’ tempi remotissimi ancora si usavano fra’ Morlacchi, ma i givochi di palla, di truco, e molti altri più non si sa cosa sieno.2 [p. 135 modifica]

  1. In molti Autori leggesi, che le Baccanti ballavano in cerchio, e molti basso-rilievi trovati in varj luoghi lo dimostrano. Così ballano i Morlacchi. A Cista, a Mramor fra Sign, e Imoschi si vedono scolpiti a basso-rilievo varj danzanti, che si tengono per mano in atto di ballare il skoççi gori, salta su. Sì osservano inoltre molti uomini a cavallo, e questi basso rilievi dinotano senza dubbio le nozze, che si usavano a que’ tempi, e che si conservano anche oggi giorno. E dunque un’arbitraria congettura del Fortis, che i basso rilievi già detti sieno le zuffe de’ varj pretendenti di una fanciulla. Egli però fu mal informato, poichè a Mramor, ed a Cista non vi è stato, come neppur io. Ma tutti quelli, (molti de’ quali potevano decidere) che ànno veduto i sepolcri, ove sono scolpite le suriferite figure, mi dissero, ch’esse vogliono dinotar le Feste Nuzziali, e non altro.
  2. Ovidio, che con molta precisione descrisse alcuni costumi de’ Geti, (ora nostri Morlacchi) allorchè vivea esiliato fra essi dice che vi eran i giochi di palla, e di truco.

              Lusus equis nunc est: levibus nunc luditur armis:
                   Nunc pila, nunc celeri vertitur orbe trocus

    Eleg. I. lib. 4. trist.