Osservazioni di Giovanni Lovrich/De' Costumi de' Morlacchi/§. 14. Vesti Donnesche

§. 14. Vesti Donnesche

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§. XIV.

Vesti Donnesche.

S
E i vestiti giornalieri degli uomini sono semplici, non v’è luogo della Morlacchia, che i vestiti delle Donne non sieno più, o meno composti. Le Morlacche del rito Greco adornano i loro abiti con più bizzarria, che le nostre, e pare, che ritengano anche più dell’antico. Se si eccettui la beretta, ch’è l’unico segnale di Verginità, e Donne, e fanciulle portano istessamente, secondo le costumanze de’ varj luoghi, ove abitano. Le camicie sono tutte ricamate di bombagio, seta, od oro, secondo la possibilità di chi le ricama. Queste vengono lavorate egualmente sedendo, che al pascolo della greggia. I ricami ora sono perfettamente gli stessi dal diritto al rovescio, ed ora no. Non dovrebber sembrare spregevoli, attesa la semplicità, con cui vengono lavorati. Ma basta loro l’elogio del Fortis, che dice „ ch’è meraviglia, che trapuntino così bene i loro ricami, senza verun sostegno, e vagando. „ Le camiccie sono aperte lungo il petto, come quelle de’ maschj, e vengono serrate attorno il collo con due fermagli, che si dicon maite. I fermagli ora sono di ottone, ed ora di argento; ora con varie pietre false adorni, ora con una sola, ed ora semplici. Si pongono anche sopra il petto in due, o tre luoghi per adornamento, e questo uso esiste specialmente nel Contado di Zara, e ne’ contorni di Knin, e Verlika. La loro gonnella, ch’è differente da quella delle Italiane fa le veci di gonnella, imbusto, petti[p. 122 modifica]ne1, e maniche in un tempo stesso, e prende varie denominazioni, secondo il vario colore della rascia, che vi domina. Se il color della rascia è turchino, si dice Modrina, se la rascia è bianca, si chiama Bilaca, ec. Quindi è chiaro, che il Fortis con poca esattezza le dà il nome assoluto, e solo di Modrina. La gonnella è aperta anch’essa lungo il petto insino alla fascia, ed agli orli di questa apertura suol essere listata di scarlatto, cui per maggior ornamento, sovrappongono conchigliette, bottoncini di stagno cuoricini di ottone, od argento, ed altro a capriccio. La fascia, con cui cingono le anche, larga quattro pollici in circa, e più ancora, talune la portano semplice, e talune bizzaramente fregiata. Ella è per lo più tessuta di lana rossa, ma viene fatta anche di panno de’ varj colori. I fregi della fascia sono le solite conchiglie, o bottoncini di stagno, o ciò che alle Morlacche viene in capo. La fascia non è listata lungo gli orli, ma i suddetti fregi, come tante linee paralelle in qualche distanza l’una dall’altra compariscono attraversando la larghezza della fascia stessa, non mancandovi alle volte una, o più croci contro il nocumento delle streghe, od altri Spiriti maligni. La cintola, cui danno il nome di pregaça, che traversa la gonnella sotto la fascia, è essutta di lana de’ varj colori, ed alle volte di tutti i sette, e sorpassa ordinariamente la mezza gamba. Usano attaccare alla cintola una striscia di cuojo, dalla cui estremità pende un coltellino un po’ torto verso il [p. 123 modifica]fine, come un mezzo quarto di Luna, e viene chiamato Britva, e vi attaccan qualche cosa altro, ch’è di loro uso più comune. La sopravvesta di rascia ch’è una specie di giubba, che sempre per qualche pocolino è più corta della gonnella, cui dicono comunemente Jecerma, ora è listata di Scarlatto lungo gli orli fino alla fascia, ed ora lungo gli orli di tutto il giro, secondo il gusto de’ varj Villaggi. Di State depongono la gonnella, e sopra un camiciotto bianco (di cui peraltro le maniche sono quasi sempre ricamate) portano la Jeçerma, o sia la giubba, ch’è sempre senza maniche sì di State, che di Verno. Sopra la giubba mettono una specie di tracola, per lo più fatta di catena di ottone, quale dicesi prikovratizca, o prikoramenizca. Le calze delle fanciulle, che sono di lana, in vece d’essere sempre rosse, come dice il Fortis, non le sono mai, bensì composte di varj, e vaghi colori. Usano in alcuni luoghi le Donne portar le Nascivace; cioè una specie di coturni, ed i gamberuoli ad usanza degli uomini, e questi sogliono essere talvolta rossi, che il Fortis può essere gli avrà presi per calze. Le scarpe poi da per tutto sono, come quelle degli uomini. Non v’è peraltro quell’austerità ne’ Morlacchi, che pretende il Fortis, che inibisca alle fanciulle non portar scarpe di altro genere, per quanto sieno ricche le loro famiglie, anzi è tutto al contrario, mentre il portar le Papuzze alla Turca, o Gemelie, che sono un’altra sorta di scarpe, dipende dalla potenza, o impotenza dello spendere. La varietà degli ornati, che portano sulla beretta ne’ varj distretti della Morlacchia non solamente è strana agli occhi di un Forestiere, ma agli occhi de’ Nazionali stessi. Questi ornamenti non solamente sono varj da Territorio in Territorio, ben[p. 124 modifica]sì da Villa in Villa si cangiano capricciosamente di anno in anno, di mese in mese, ed uno che à girata tutta la Morlacchia, mentre crede di averli veduti tutti, gli resta sempre da veder qualche cosa di nuovo. Conservano in questo anch’esse la moda in alcuni distretti, come le Donne ben educate nella varia conciatura de’ capelli. Il descrivere le loro varietà sarebbe una cosa, e tediosa, e lunga. Io dirò qualche poco di passaggio. Nel Contado di Zara, ed ordinariamente tutte le fanciulle del rito Greco portano la beretta di Scarlatto, adorna di pallottoline di vetro, formando due, o tre archi sopra la fronte, e ponendovi nel mezzo una mezza luna di stagno, o di argento, secondo la possibilità di chi le porta. Piantano delle penne di Pavone, de’ Penacchi tremolanti, e de’ fiori finti sulla beretta a guisa di due corna, all’estremità di cui sopra la beretta istessa vi attaccano varj fili di minutissime pallottoline di vetro, intreciandovi qualche cos’altro secondo il loro genio bizzarro. Alcune usano i penacchi soli senza le pallottoline; alcune altre le sole palottoline senza pennacchi, ed alcune altre finalmente formano una bizzarrissima composizione di tutti gli ornamenti, soliti adoprarsi dalle Morlacche. In molti luoghi della Morlacchia pongono un fazzoletto sopra la beretta, che ne copre la metà, e se lo legano sotto la mascella inferiore. Oltre l’ornamento della beretta, ch’è per lo più di argento, attaccati all’estremità della beretta vi fono due uncinetti, da quali pendono, sparse di una quantità di lunette, tre catene di argento, che passano sotto la gola, ed arrivano quasi fino alle mammelle. Queste sono quelle, che co’ loro ornamenti fanno un placidoFonte/commento: Pagina:Osservazioni di Giovanni Lovrich.djvu/269 romore al minimo scuotimento del capo. Le fan[p. 125 modifica]ciulle colla beretta nascondono le treccie: Le Spose, deponendola, restano col capo semi-nudo, e così sen vanno per un anno in circa dopo essere maritate. Le Spose Greche se le lasciano cadere sul petto, intreciandovi medaglie antiche, e moderne di ogni genere. Così le Romane intrecciavan delle perle ne’ capelli, se si crede a Tibullo

          e vane
          S’intreccian fra i capei lucide perle
          Del rosso Oriental mare eritreo.

In alcuni luoghi le Spose annodano le treccie sotto la gola. „ Una giovane, dice il Fortis, che si fosse guadagnato concetto di poco buon costume, arrischierebbe di vedersi strappare pubblicamente nella Chiesa la beretta rossa dal Curato, e di aver poi i capelli recisi da qualche suo parente in segno d’infamia. „2 Sulla fede di chi il Fortis spaccia questa favola, io non lo so. Un tal uffizio al certo o non fu mai de’ Curati, od egli è di molto antica data. Ciò che succedeva una volta su questo proposito, e che più non succede si è, che se una giovane si avesse compiaciuto di qualche illecito piacere, e che pur fosse divenuto noto, in caso, che non avesse deposto da per se le insegne Verginali, si univano più fanciulle, e le strappavano la beretta a viva forza dal capo. Ora è abolito affatto quasi anche questo uso, e ciascuna, che commette qualche fallo amoroso depone la beretta da per se, senza che per altro ella procuri di cangiar paese, [p. 126 modifica]come aggiugne il Fortis, anzi si emenda santamente del fallo, e si raccomanda alla pietà del Parocco, che ordinariamente le procaccia il Marito. Ecco brevemente descritto il vestire comune delle nostre Morlacche. In un Italiano, che non lo à mai più veduto, e che l’osserva con ogni diligenza, presentandosegli l’occasione, diventa curiosità Filosofica. Mi è toccato vedere alla Fiera di Sign alcune Morlacche osservar con ammirazione i vestiti, per la prima volta da esse veduti di alcune Donne Italiane, e queste si misero a ridere, e bestarle; così ciò che in un Italiano comparisce curiosità Filosofica, nelle Morlacche passò per semplicità, e dabbenaggine.

  1. Le pettine si usano pochissimo in Morlacchia al presente; ed eccetto il Contado di Zara, ove pure non v’è grande uso; in altri luoghi non è sì facile il vederle adoprare.
  2. Vol. I. pag. 70.