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fine, come un mezzo quarto di Luna, e viene chiamato Britva, e vi attaccan qualche cosa altro, ch’è di loro uso più comune. La sopravvesta di rascia ch’è una specie di giubba, che sempre per qualche pocolino è più corta della gonnella, cui dicono comunemente Jecerma, ora è listata di Scarlatto lungo gli orli fino alla fascia, ed ora lungo gli orli di tutto il giro, secondo il gusto de’ varj Villaggi. Di State depongono la gonnella, e sopra un camiciotto bianco (di cui peraltro le maniche sono quasi sempre ricamate) portano la Jeçerma, o sia la giubba, ch’è sempre senza maniche sì di State, che di Verno. Sopra la giubba mettono una specie di tracola, per lo più fatta di catena di ottone, quale dicesi prikovratizca, o prikoramenizca. Le calze delle fanciulle, che sono di lana, in vece d’essere sempre rosse, come dice il Fortis, non le sono mai, bensì composte di varj, e vaghi colori. Usano in alcuni luoghi le Donne portar le Nascivace; cioè una specie di coturni, ed i gamberuoli ad usanza degli uomini, e questi sogliono essere talvolta rossi, che il Fortis può essere gli avrà presi per calze. Le scarpe poi da per tutto sono, come quelle degli uomini. Non v’è peraltro quell’austerità ne’ Morlacchi, che pretende il Fortis, che inibisca alle fanciulle non portar scarpe di altro genere, per quanto sieno ricche le loro famiglie, anzi è tutto al contrario, mentre il portar le Papuzze alla Turca, o Gemelie, che sono un’altra sorta di scarpe, dipende dalla potenza, o impotenza dello spendere. La varietà degli ornati, che portano sulla beretta ne’ varj distretti della Morlacchia non solamente è strana agli occhi di un Forestiere, ma agli occhi de’ Nazionali stessi. Questi ornamenti non solamente sono varj da Territorio in Territorio, ben-