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ne1, e maniche in un tempo stesso, e prende varie denominazioni, secondo il vario colore della rascia, che vi domina. Se il color della rascia è turchino, si dice Modrina, se la rascia è bianca, si chiama Bilaca, ec. Quindi è chiaro, che il Fortis con poca esattezza le dà il nome assoluto, e solo di Modrina. La gonnella è aperta anch’essa lungo il petto insino alla fascia, ed agli orli di questa apertura suol essere listata di scarlatto, cui per maggior ornamento, sovrappongono conchigliette, bottoncini di stagno cuoricini di ottone, od argento, ed altro a capriccio. La fascia, con cui cingono le anche, larga quattro pollici in circa, e più ancora, talune la portano semplice, e talune bizzaramente fregiata. Ella è per lo più tessuta di lana rossa, ma viene fatta anche di panno de’ varj colori. I fregi della fascia sono le solite conchiglie, o bottoncini di stagno, o ciò che alle Morlacche viene in capo. La fascia non è listata lungo gli orli, ma i suddetti fregi, come tante linee paralelle in qualche distanza l’una dall’altra compariscono attraversando la larghezza della fascia stessa, non mancandovi alle volte una, o più croci contro il nocumento delle streghe, od altri Spiriti maligni. La cintola, cui danno il nome di pregaça, che traversa la gonnella sotto la fascia, è essutta di lana de’ varj colori, ed alle volte di tutti i sette, e sorpassa ordinariamente la mezza gamba. Usano attaccare alla cintola una striscia di cuojo, dalla cui estremità pende un coltellino un po’ torto verso il

  1. Le pettine si usano pochissimo in Morlacchia al presente; ed eccetto il Contado di Zara, ove pure non v’è grande uso; in altri luoghi non è sì facile il vederle adoprare.