Osservazioni, progetti, e consigli risguardanti l'agricoltura nel Trentino ora Tirolo italiano/II

De’ mezzi onde istruire ed animare la gente a darsi di proposito alla coltura delle terre

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De’ mezzi onde istruire ed animare la gente a darsi di proposito alla coltura delle terre
I III
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DE’ MEZZI

ONDE

ISTRUIRE, ED ANIMARE LA GENTE

A DARSI DI PROPOSITO

ALLA COLTURA DELLE TERRE.




Se vero è, com’è verissimo, che molto ancora ci rimane a fare acciocchè possa dirsi che il nostro paese prospera per la Terrecoltura, gli amatori del pubblico bene debbono farsi la domanda: Come si può animare la gente a coltivare con nuovo e maggior utile i terreni e come porgere ammaestramenti intorno alla maniera di far bene e con vantaggio quello che per ciò far si dee?

Io sono sempre stato e resto nella persuasione, che le opere scritte dai Dotti usando il linguaggio della Istoria naturale, della Chimica, e della Fisica, possano apportare poco giovamento. Se ne stamparono molte erudite, nelle quali si leggono utili esperienze. Ma quanti sono quelli che ne sieno proveduti? quanti che le intendano? quanti che facciano [p. 10 modifica]parte delle acquistate cognizioni ai Villici che non possono i grossi e scienziati volumi leggere ed intendere? Se la lettura di tali opere ha ad esser utile, e nessuno sarà ardito di negarlo, ciò si può dire solo delle persone colte; ma al popolo riuscirà di giovamento sol tardi, cioè quando le colte persone avranno esposti in modo persuasivo i letti insegnamenti ai contadini. E chi è che voglia esercitare questo uffizio colla necessaria insistenza? Converrebbe levar prima quel cotal muro di separazione che è tra ’l povero e ’l ricco, tra lo scienziato e l’idiota.

Per ciò io dico, e me lo insegnò esperienza, che il mezzo più pronto e più efficace d’istruire e insieme animare ogni sorta di gente è, come in tutte le cose, anche in questa: Dare esempi. Alle teorie pochi porgono orecchio e pochi credono: gli esempi convincono e persuadono. Si è veduto che tutte le agrarie operazioni bene riuscite furono tosto imitate da molti. Quando l’utile è certo, l’interesse eccita a fare: e se l’interesse è ancora indeciso, stimola l’invidia, o la vergogna. E giova più il dire: Il tale nel tal luogo ha fatta la tale operazione, e se ne chiama contento perchè ne ritrae molto utile; che l’esortare a leggere un libro od un giornale, ovvero trattenersi ed esporre quello che nel libro o nel giornale si è letto.

[p. 11 modifica] Persuadansi gli amministratori de’ Comuni, e i proprietarii de’ fondi che, dovendo uscire del loro paese, l’obbligo assunto da quelli e l’interesse proprio di questi, comandano di aprire gli occhi, di osservare là dove passano come sono coltivate le campagne, e di notare i lavori nuovi, e d’interrogare, e poi riferire ai concittadini quello che venne loro veduto ed udito; e in breve tempo o s’immiterà il bene ed utilmente fatto, o si faranno progetti intorno alla possibilità e maniera d’immitare. Dal progettare all’eseguire è sovente un breve passo. Quest’uffizio dell’esporre quello, che si è osservato di utile, e di rendere generale il notarsi, l’interrogare, il riferire esortanti o all’immitazione, può, e come cittadino e cristiano dee, adempierlo ognuno. Parlino delle avvenenti e belle donne vedute, dei divertimenti goduti, della maniera di vivere in altri paesi lontani e vicini, se così loro piace, quelli che per molto o per poco si allontanano dalla patria; ma per onor proprio, e per utile di questa patria (che si ama solo coll’esserle giovevole) sia anche un dovere il mettere in cognizione i proprii paesani di quello che si è veduto farsi altrove con vantaggio in ciò che riguarda nel più ampio senso la Terrecoltura.

Se tutti volessero adempiere quest’uffizio, che io reputo doveroso, noi vedremmo in breve [p. 12 modifica]incominciarsi tra noi qui e lì opere utilissime. Ed ove quelli che sanno esporre con chiaro e piano stile i loro pensamenti volessero per amore del pubblico bene mettersi a dettare le loro osservazioni, e farle in piccoli volumetti stampare, questi, costando poco, si divulgherebbero prestamente, se pur quelli che vi han obbligo volessero all’util opera dar mano. Quasi in ogni piccola terra vi è scuola per li fanciulli, e ai più vili enti si danno in premio de’ libriciuoli. Chi sceglie codesti libri? Non persone che sanno, e pel bene pubblico nutrono amore, ma i librai quasi sempre, ai quali si dice: Datemi per tanti fiorini libri ben legati che servano da distribuire per premii ai bravi scolari. Oh, chieggano i Curatori d’anime che sien donati buoni libri di solida e pura morale; ma i Direttori de’ Comuni, di accordo con essi, offrano anche in premio libercoli che trattano di cose agrarie ed economiche! Con questo mezzo se ne potrebbe difondere in poco tempo buon numero per tutto il paese; nelle famiglie de’ premiati, essendo i libri scritti come conviene, si leggerebbero con piacere, e il fine che gli scriventi si proponevano, si otterrebbe indubitatamente.

In queste operette dovrebbonsi nominare i luoghi e le persone che in quelli eseguirono agrarie operazioni immitabili. Da ciò verrebbe doppio vantaggio: i volonterosi di approfittare degli esempi si [p. 13 modifica]porterebbero a vedere ed imparare; e quelli che fatta avessero cosa utile, vedendosi nominati con lode, ne avrebbero il meritato premio d’onore. L’onore che si tributa spontaneo al buono ed operoso cittadino è più pregevole assai, e produce maggior bene che ogni altro premio; perchè quest’altra sorte di premi lascia sovente sospettare che siensi ottenuti per intrighi rubandoli ai meritevoli.