Opuscolo che contiene la raccolta di cento anacreontiche/Diversi soggetti
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DIVERSI SOGGETTI
62.
ringraziamento a dio nel levarsi da letto.
Ti ringrazio, o Dio beato,
Che mi hai fatto risvegliare;
Sempre intendo venerare
Ogni tua volontà.
Nel dì poi che già ne scorre
Tu mi assista in tutte l'ore,
Perchè possa insiem col core
Anche l’anima salvar.
63.
ringraziamento alla provvidenza nel sedersi a tavola.
Provvidenza Tu che adorni
Questa Mensa a noi ben cara
Allontana cura amara
Dal giocondo desinar.
Grati noi ai tuoi bei doni,
Non facciam che ognor pregarti,
A non mai dimenticarti,
Di Noi fidi tuoi Amator.
64.
ringraziamento a dio nell'andare a letto.
Ti ringrazio, o sommo Iddio
Che nel giorno già caduto
Tu mi hai ritenuto
Frai mortal del Mondo ancor.
Nella notte che ne sorge
Non niegarmi tua assistenza,
Onde io possa a preferenza
Tuoi dettami secondar.
65.
la civilta'.
Civiltà Tu sei la Diva,
Che per man l'uom conducesti
Per gli oscuri secol mesti
Fino al dì del bel saper.
Un Altare l’uom ti deve
Pei favori a Lui prestati;
Con preghier, che abbandonati
Non ti piaccia mai lasciar.
66.
il genio.
Genio è il padre di sapienza,
Che non serba mai misura,
Che non teme mai censura,
È Portento quant’Ei fa.
Uom meschin appen tu arrivi
A mirar quant’Ei maneggia,
Ti accalappia, signoreggia;
Corto l'Orbe per lui è.
67.
la vittoria.
La Vittoria è Dea superba,
Che disprezza ogni consiglio,
Perchè fuori è dal periglio,
Perchè fronte inghirlandò.
Se Fortuna, o maggior Senno
Fan risorgere l’Oppresso,
La vedrete senza nesso
Da balorda svolazzar
68.
la pace.
È la Pace quel che arreca
Tutto il Ben d’ogni natura
Scienze, Arti, Agricoltura
Prosperar tu vedi ognor.
Imeneo con calde faci
Avvicin l'uom’ alla donna;
Popol cresce, e 'l Mondo abbonna
Di piacer, beltà, e virtù.
69.
la simpatia.
Simpatia è quella forza,
Che si sente, e non si vede;
Di esser nata, ciascun crede,
Per la uman prosperità.
Questa forza vien sentita
Dall’acciar, dal semovente
Gioja, bussola valente
Inventò da tal virtù.
70.
l’amabilita’.
Amabiltà tuaFonte/commento: Pagina:Ingarrica - Opuscolo che contiene la raccolta di cento anacreontiche, 1834.djvu/57 dolcezza
Chi non sente, chi non vede!
Riverenze fa col piede,
Chi apprezza il tuo trattar.
Se in Uom Pubblico tu sei
Fortunato è quel Petente;
Se per questo torto sente
Dispiacer gli dà a metà.
71.
l’eleganza.
Elegante è chi forbisce
Lingua, atti ed ogni opra,
Onde il lucido si scopra
Di quanto hassi ad osservar.
L’elegante insiem col bello
Debbe stare in unione,
Per aver quel guiderdone
Che l'uom spinse ad operar.
72.
il giuramento.
Lo Giurar è chiamar Dio
Testimon de’ detti suoi;
Sta attento che non puoi
Alterar la Verità.
Se il Giudice del Foro
Non ti legge in fondo al core;
Vi è però quel Dio d’onore,
Che se menti, punirà.
73.
la giustizia.
La Giustizia, e Religione
Vanno sempre in compagnia;
E ciascun vuol che non sia
Oltraggiata Umanità.
Se capriccio, o deferenza
Il contrario detteranno;
I lor fulmini cadranno
Per punirne l'Autor.
74.
la gioventu’.
Gioventù in Te confida
L’Uom di Stato, il Padre, il Re
Per veder co’ tuoi sudori
Gonservata Pace, e Fe.
Se coll’Armi il Tron sostieni
Se con Toga il Dritto reggi
Se Tiara vesti e fregi,
Tutto in Te riponsi ognor.
75.
la vecchiezza.
La Vecchiezza è veneranda
Per Prudenza e per Consiglio;
Chi ritrovas’ in periglio
Debbe questa consultar.
Tanti Re, tanti Potenti
Si trovaro giù dal Trono;
Perché avari di far dono
Di lor core al suo saper.
76.
la bellezza.
La Bellezza venne al Mondo
Per capriccio di Natura,
E chi ha bella figura,
Non si debbe insuperbir.
Tanti esempj vi sono,
In cui il bel tutt’ ad un tratto
Ne scomparve dal contatto,
ViFonte/commento: Pagina:Ingarrica - Opuscolo che contiene la raccolta di cento anacreontiche, 1834.djvu/57 lasciò deformità.
77.
l’allegria.
L’Allegria nasce in petto
Di chi sente pace, e vita:
Vien dal riso favorita,
Quando l’uom l’avverte in sen.
E in ver che allor si sente
Il piacer dell’esistenza,
Che t’invita a lauta mensa,
Che ti fa sentire amor.
78.
l’amore.
Amor, dono prezioso!
Che il Fattor concesse al Mondo
Esso or crea, or gitta al fondo:
Per Amore il Mondo va.
L’uom poi preso dall’Amore
E ’l trastul di questo Dio,
Chi il fa buon, il fa pur rio
A sua piena volontà.
79.
il matrimonio.
Matrimonio, dolce nodo,
Stabilito a dar contento
A due cuor che eternamente
Si giuraro ajuto, e fè.
Tale stato rende l’uomo
Il Signor di sua famiglia;
Clori Vota, Clor consiglia
Per la prole prosperar.
80.
la ricchezza.
La Ricchezza è suor di Pace,
E con Essa l’uomo onora
Arti, Scienze, e Virtù ancora,
Che addivien maggior di Se.
É allor che l’uom già crede
Che il perdono sia seguito
Di sue colpe, e fallo avito,
E si stempra in Carità.
81.
la poverta’.
Povertade l’uomo abbatte
In un modo sì potente,
Che non vita, cuore, e mente
Sente più; luce non ha.
Vien deriso, vien schernito
Da ogni uom, da ogni gente;
Ciò ch’è buon pur malamente
Vien tenuto, a suo martir.
82.
la vita.
È la Vita quel bel tempo
Che all’uom concesse Iddio
Per godere, o figliuol mio,
Di ogni uman felicità.
Se condotta non soddisfa
La sua Santa Volontade
Sta a veder, che in veritade
Paga il fio del suo mancar.
83.
la morte.
È la Morte la nemica
Dei bei giorni preziosi,
Che fruisce l’uom voglioso
Di Terren felicità.
Tal nemica a tradimento
Eseguisce il suo capriccio;
E per togliersi d’impiccio
Colla falce in testa da.
84.
la veglia.
Veglia l'uom, che alla fatica
Stempra i dì, le notti, e gli anni
Sì al sapere aguzza i vanni
Sì soddisfa il suo desir.
Sì i Mestier, le Scienze, e l’Arti
Son venute a quel splendore.
Che con gioja e con stupore
Miriamo ai nostri dì.
85.
ilFonte/commento: Pagina:Ingarrica - Opuscolo che contiene la raccolta di cento anacreontiche, 1834.djvu/57 sonno.
Sonno amico dei mortali,
Che assopisci alma e core
Fa che senta il tuo valore,
Pur l'indocile Amator.
Sonno e Amor sempre in contrasto
Da che nacque il Sol fecondo;
FinchéFonte/commento: Pagina:Ingarrica - Opuscolo che contiene la raccolta di cento anacreontiche, 1834.djvu/57 il Mondo sarà Mondo
Questa guerra durerà.
86.
la speranza.
La Speranza l’Uom rincora
A soffrir la sorte irata,
Che nel mese, o in giornata
Puossi in buona tramutar.
Quanti odj e vendette
Allontan da mente umana!
L'Amicizia non fu strana
A chi sperar si adattò.
87.
il sole.
É il Sol l'Astro maggiore
Ver di chi la Terra gira;
La sua luce da che spira,
Giunge a Noi per consolar.
Questo Astro benedetto
Ci arricchisce, ci dà vita;
Sappi pur che ancor lo Scita
Lo ritien per Deità.
88.
la luna.
É la Luna Astro secondo
Della Terra, cui si avvolge,
Che la luce a noi ne porge
Nella notte per favor.
Oltre a ciò quest’Astro agisce
Sulla Terra, men che il Sole;
Se guardiam le acque sole
Mostreran tal verità.
89.
le stelle.
Son le Stelle ancor tant’ Astri
Sparse in su nel Firmamento
E si vuol con fondamento
Che altri Sol fosser ancor.
Ciò dimostra la grandezza
Di quel Dio Onnipotente;
T’inginocchia, e riverente
Vè cos'è la Umanità!
90.
l’ecclissi.
Ecclissi è quando s’incontra
Fra il Sol la Lun sovente
O fra Lun la Ter movente
E scuror ne vien qua giù.
Questo fatto sì innocente
Una volta fe timore,
Si credea che Dio in livore
Stasse colla Umanità.
91.
ilFonte/commento: Pagina:Ingarrica - Opuscolo che contiene la raccolta di cento anacreontiche, 1834.djvu/57 vento.
É il Vento l’aria in moto
Che ne manda la Natura
Quando il ben, quando sciagura
Viene all’uomo ad arrecar.
La sua forza no non cape
Nel saper di umana mente,
Fa stupore ad ogni gente,
Che la vuole misurar.
92.
la primavera.
Primavera è in ver quel tempo,
In cui il fior spunta alla rosa
Grata è l'aria, ed odorosa
La campagna se ne sta.
Tutto è amor, tutt' è allegria,
L’animal si mette in gioco
Fa sentirsi allor quel foco,
Che fa il Mondo popolar.
93.
l’esta’.
È Estade quando manca
Nel respir quel fresco amato,
Quando il sol, astro beato,
Fa sentir più il suo valor.
Per sfugir l’uom il calore
Ne ricorre al bagno, al gelo:
Spiega tutto il suo gran zelo
Per salute conservar.
94.
l’autunno.
L’Autunno hassi allora
Che Natur tutta vestita
All’uom porge doni, e vita
Pei bisogni soddisfar.
La Natur pare superba
Del guernir che Dio gli rese;
Per cui vuol che buone spese
Faccia ad Essa Agricoltor.
95.
l’inverno.
É l’Inverno l’aria priva
Del calor, che lo rattempra;
Giova all'Uom, per quanto sembra,
Per ben farlo digerìr.
Da Natura in tal frattempo
Dorme in pace, e in sen lavora
Per dar fuora quanto indora
La campagna, e l’orto ancor.
96.
la fortuna.
La Fortuna ognor ridente
Si dimostra a quel soggetto,
Che virtù non sente in petto,
Che Natura umiliò.
Bizzarrìa se qualche volta
Riunisce il merto, e ’l core
Ne risente allor favore,
La languente Umanità.
97.
lo scherzo.
Lo Scherzar è cosa grata
Perchè l’alma mette in brio;
Ma sta attento, figliuol mio,
Che scherzar si dee saper.
Scherzerai su cose oneste,
Senza offendere giammai:
Allor gusto sentirai
Del tuo puro divertir.
98.
l’elogio.
Elogiar si debbe in prima
Il Gran Dio, e i Santi suoi
Far’ elogj anche puoi
Al Cultor della Virtù.
Se elogiar vorrai qualcuno
Dì il ver, se è pur presente:
Tu sei Vil se incontinente;
E Superbo quel sarà.
99.
ringraziamento per un dono.
Al tuo Dono, o mio Signore,
Qual compenso poss’ offrire;
Mia etade fa sol dire
Mille-grazie, o Signor.
100.
il saluto.
Ti Saluto, o Gentiluomo,
Per averti rincontrato;
Il tuo piè sia salvato
Dall’intrigo ingannator.