Opere minori (Ariosto)/Poesie attribuite/Sonetto II

Sonetto II

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II.1


     Felice stella, sotto cui ’l sol nacque
Che di sì ardente fiamma il cor m’accese;
Felice chiostro, ove i bei raggi prese
4Il primo nido in che nascendo giacque!
     Felice quell’umor che pria gli piacque,
Il petto onde l’umor dolce discese;
Felice poi la terra in che il piè stese,
8Beò con gli occhi il fôco, l’aere e l’acque!
     Felice patria che, per lui superba,
Coll’India e con il ciel di par contende;
11Più felice che ’l parto chi lo serba!
     Ma beato chi vita da quel prende,
E nel bel lume morte disacerba,
14Ch’un molto giova, e l’altro poco offende!2




Note

  1. Mal c’indaciamo a credere dell’Ariosto ancora questo sonetto, in cui desiderarono maggior chiarezza anche tutti i precedenti annotatori. Il Molini lo crede composto a nome di una donna.
  2. Il Pezzana legge: e l’altra; spiegando: «un, cioè il lume; l’altra, cioè la morte.»