Quadro I

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I
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QUADRO II.


Scena stessa. Notte alta.


Zio Mauru (siede accanto al fuoco semispento e prega a voce alta). «Deus ti sarvet, Maria, prena e grazias......

Colomba (entra e s'avvicina al vecchio. Dolcemente). Babbo Aras, qui ancora? Andate a letto. Tutti riposano.

Zio Mauru. Hai chiuso bene da per tutto?

Colomba. Ma sì! Ora chiuderò anche qui. (Esce nel cortile, rientra, chiude e spranga la porta). Che lunga giornata! Sono stanca morta. Ma tutto andò bene.

Zio Mauru. E Antine?

Colomba. Dorme come un sasso: è ubbriaco fradicio. Anche gli altri, compreso lo sposo, sono tutti un po’ alticci. Andiamo, babbo Aras, è tardi.

Zio Mauru. Colomba, mi sono addormentato qui, un momento, ed ho sognato. Mi pareva di dormire e di [p. 313 modifica]venir svegliato di soprassalto da un rumore nel cortile. Mi alzo e guardo: egli è là, il nemico, il vecchio, rosso e selvaggio come un leone. «Che vuoi?» gli chiedo. Ed egli: «Preparati, perchè questa è la tua ultima ora!» Io rispondo: «Son pronto, ma prima lascia che ti dica due parole»; e gli racconto la parabola del re e del suo debitore. Poi gli dico: «Ora, se vuoi, uccidimi». Allora vedo una cosa strana: Giacomo Lixia getta l’arma e si avvicina per baciarmi; ma ecco che inciampa e cade. Io mi svegliai, ed ora son triste perchè mi pare che....

Colomba (mentre il vecchio parla dà segni d’impazienza). Andiamo, via; è quel maledetto ospite che vi ha messo in mente queste idee. Su, alzatevi, andate a letto. (L’aiuta a sollevarsi e l’accompagna fino all’uscio).

Zio Mauru. Ma tu, che ne dici?.

Colomba. Di che?

Zio Mauru. Del mio sogno!

Colomba. È un sogno! che volete che sia? Su, state allegro, e buona notte. Ora copro il fuoco, e vado anch’io a letto.

Zio Mauru. Buona notte. (Esce),

[p. 314 modifica] Colomba (agitata, ascolta ansiosa, va e viene per la cucina, e infine riapre la porta ed esce nel cortile).

Zio Rajmondo (mette la testa entro l’uscio socchiuso). Oh, oh! Cosa succede? È lei che apre il portoncino! Cosa succede? (Si ritira, mentre Colomba rientra con Jorgj Lixia).

Jorgj (commosso sospettoso). Finalmente! Credevo che stasera.... Ma dormono? Ah, sai, ho da dirti una cosa: è venuto da noi stasera il vostro ospite. Egli vuole.... (Mentre parla cerca d’abbracciare Colomba, ma ella lo respinge).

Colomba (fieramente). Non avrete certamente creduto che l’abbiamo mandato noi!

Jorgj. Disse però che sapevate....

Colomba. Ah, cosa? Che cosa si è permesso di dire? Badi a quel che dice: noi non l’abbiamo neppure ascoltato, noi! Antine, anzi, l’ha minacciato.

Jorgj (ironico). Ah, tuo fratello Antine!

Colomba. Sì, mio fratello Antine! Che hai tu da dire contro mio fratello Antine? (Abbassa il capo: lo risolleva). Ah, sì, so quello che vuoi dire: le minacce di Antine non spaventano [p. 315 modifica]nessuno: ma se è debole lui c’è qualche altro che è forte in questa casa!

Jorgj. Chi? Tu?

Colomba. Io! Sì!

Jorgj (la guarda silenzioso, poi si avvicina alla parete e tocca uno dei fucili appesi). È il fucile di Pedru Nieddu?

Colomba. Sì.

Jorgj. È vero che oggi avete fatto giurare a Pedru che prima di un anno egli avrà ucciso mio padre?

Colomba. Queste cose le userete nella vostra famiglia! Pedru Nieddu non ha avuto bisogno di giurare per far capire che sarà il sostegno della nostra casa, il difensore e non l’assassino....

Jorgj. Egli è un giovane allegro, non è vero? Dicono anzi che sia un po’ pazzo.

Colomba (ironica). Dicono che al mondo siano tutti un po’ pazzi. Ed io e te non lo siamo forse? (Improvvisamente selvaggia). Jorgj Lixia, vattene! Baciami, e poi vattene via e subito! (Si abbracciano. Durante tutta la scena i due giovani stanno sospettosi, ascoltando ogni minimo rumore, e ogni tanto Colomba si avvicina all’uscio per spiare).

[p. 316 modifica] Jorgj. L’ospite vostro disse....

Colomba. Non parlare di ciò!

Jorgj. Lasciami finire! Disse che gli sposi si amano molto. (Sospira). Ah, ora saranno felici! Ah, vedi, tutto il giorno ho pensato a loro: sono passato parecchie volte per questa strada, e fremevo pensando: Che faranno ora gli sposi? Si baceranno? E Colomba cosa penserà, vedendoli felici? Penserà a me?

Colomba. Sì, ho pensato a te tutto il giorno. Essi sono felici: Pedru inseguiva la sposa, giocava sempre, aveva gli occhi ardenti. Anche qui, anche qui li sorpresi. La sposa diceva: «Non è luogo di baci, questo». Ah! (disperata) se tu sapessi, sorella mia, se tu sapessi ciò che io faccio qui!

Jorgj (irritato e commosso). E che fai?

Colomba. E me lo domandi? Che faccio? Calpesto la memoria di mio padre, l’onore della famiglia.... divento vile, vile, vile! E tutto ciò senza speranza, senza scopo! Se tu sapessi come ho sofferto, oggi, vedendo quei due felici, e pensando che noi non lo saremo mai, nè in questo nè nell’altro mondo!

[p. 317 modifica] Jorgj. Nè in questo nè nell’altro mondo! E allora perchè mi fai venir qui? Che cosa vuoi da me? Perchè mi streghi, perchè mi uccidi senza ferirmi? (Selvaggio). È per odio che mi fai soffrire. Io so, è per odio, non per amore!

Colomba. Jorgj.

Jorgj. Tu mi inganni, lo so, tu ti beffi di me! Tu sei una donna terribile, ed io ho più paura di te che dei tuoi parenti. Eppure vengo: il che vuol dire che non son vile. Penso sempre che tu, invece di amarmi, mi odii. Sempre ho pensato così.... fin dalla prima volta che son venuto qui. Son già cinque anni! Da bambino ti odiavo, come odiavo tutti i tuoi parenti; quando ti vedevo, in chiesa, o per via, ti guardavo e avevo una strana paura dei tuoi occhi. Avevi due occhi terribili. Eri brutta, da bimba, ma a misura che crescevi diventavi bella. Una volta, ricordati, ci trovammo soli a passare nel piazzale della chiesa: io provai una smania violenta di afferrarti e morderti, e feci come per rincorrerti, ma tu ti chinasti, prendesti una pietra e gridasti: «Che sia maledetto il latte che tua madre ti ha dato! Avvicinati se puoi!» Quella [p. 318 modifica]notte io non dormii: poco tempo dopo fu sgarrettato il vostro armento ed io ed un nostro servo, accusati di ciò, fummo arrestati. Rimasi sei mesi in carcere; in carcere io sognavo sempre di te. Quando uscii e ti rividi, quasi non ti conobbi, tanto eri diventata alta e bella. Un giorno, in chiesa, Sidera Canu mi sorprese a guardarti, e quella sera mi mandò a chiamare e mi disse: «Colomba vuol regalarmi venti scudi purchè io ti faccia bere un’acqua magica che ti innamori di lei. Ella vuole ammaliarti per attirarti ad un convegno ed ucciderti: se tu mi dai venti scudi io farò bere l’acqua magica a lei invece di darla a te: tu ti fingerai innamorato, andrai al convegno e farai di lei ciò che vorrai».

Colomba. Ah, la strega! Altrettanto fece credere a me.

Jorgj. Ricordi il nostro primo convegno dietro la chiesa? Era una notte buia: io avevo paura di un agguato, ma il desiderio di vederti mi rendeva pazzo; ero come quelle pecore che hanno il cervello roso da un verme e vanno a cozzare e rompersi il capo contro le pietre. «Che cosa vuoi da [p. 319 modifica]me?» mi domandasti con voce nemica. Io risposi, se ti ricordi: «Sei tu che mi hai fatto venire». E tu: «No, sei tu: che cosa vuoi?» «Ebbene, dissi io, è l’amore che ci ha fatto venire!». E ti baciai, e da quel momento non fui più io. Tu mi hai certamente fatto bere un filtro, tu ti sei impossessata di me come un demonio. Tu mi fai venire qui, dove tu e i tuoi potreste assassinarmi e nascondermi in modo che nessuno sappia più nulla di me! E fatelo pure! Ma fatelo presto, tanto io non posso più vivere così! Perchè tu non mi vuoi bene, no, tu mi odii. Dimmelo dunque che mi odii, dimmelo! (Afferra Colomba e la guarda: sembra delirante).

Colomba. Tu diventi pazzo! Parla piano, fiore mio, calmati. Io ti voglio bene. Se avessi voluto farti del male lo avrei fatto prima d’ora!

Jorgj. Ma allora perchè mi tormenti? Perchè non vuoi diventar mia? Perchè non vuoi che le nostre famiglie facciano la pace? No, non è vero che mi vuoi bene. Vedi, io che ti voglio bene davvero non so vincermi; io non vorrei venir qui, eppure ci vengo, e [p. 320 modifica]quando ti sto vicino mi coglie il delirio. Anche in questo momento sono tentato di portarti via con me per forza... o di gridare, affinchè i tuoi vengano, e ci sorprendano, e mi trucidino.... Tanto, che vita è questa? Io grido.... io grido!...

Colomba (lo abbraccia e gli mette una mano sulla bocca). Taci, taci; non fare pazzie! Jorgj, cuoricino mio...

Jorgj (sì dibatte, cupo, ansante: poi stringe a sè Colomba e geme). Scusami. Sono pazzo: sono vile. Ma oggi ho sofferto molto: prima di venir qui Sidera Canu mi tormentò descrivendomi la felicità degli sposi. Mi disse che giocavano sempre. Ah, mi pare di sentirli anche ora: ridono e si baciano....

Colomba (trasalisce). Mi pare di aver udito dei passi. (Ascoltano entrambi). Che babbo Aras non sia andato a letto?

Jorgj. C’è poco da temere, da lui!

Colomba. C’è poco da temere perchè oramai egli non odia più ed ha paura della morte.

Jorgj. No, tuo nonno non odia più perchè oramai è tempo di finirla. Il vostro ospite disse.... [p. 321 modifica] Colomba (fieramente). Che cosa disse quell’intrigante maledetto?

Jorgj. Disse che, per parte degli Aras, la pace era quasi accettata.

Colomba. Ah, questo è troppo! Ed egli è qui, sotto il nostro tetto! Ma per chi ci ha preso? Ci crede tutti rimbambiti come babbo Aras? Ah, senti, Jorgj Lixia, la tua famiglia non si faccia delle illusioni! Che avrà detto tuo padre?

Jorgj (ironico). Calmati, calmati! Mio padre ha riso. Cattivo segno quando egli ride. Ma....

Colomba. Che egli possa ridere come la melagrana quando si spacca! Sì, lo so che quando tuo padre ride, e ride spesso, gli altri devono piangere. No, la pace non è possibile! Troppo sangue è corso; un fiume di sangue è fra noi: qui, in questo luogo stesso, non vedi tu ancora il sangue di mio padre, versato forse dal coltello del padre tuo? E tu sei qui! Tu! Perchè sei qui? (Lo afferra per le falde del cappotto e lo scuote).

Jorgj. Son qui perchè mi hai fatto venir tu....

[p. 322 modifica] Colomba (trasalisce ancora). Hai sentito rumore nel cortile? (Ascoltando).

Jorgj. Oh, è il vento.

Colomba (calmandosi). È vero, sì, ti ho fatto venire io. Sono io la pecora verminosa. Ogni giorno, ogni momento, dico a me stessa: «È tempo di finirla: oramai non sono più la bimba che non capisce. È tempo, è tempo!» Ma mi pare di dover morire al solo pensiero di non più rivederti; e quando si avvicina l’ora del convegno tremo come una foglia. Che accadrà di noi? Che accadrà di noi, Jorgj, cuore mio? (gli appoggia la testa sul petto e piange).

Jorgj. Fuggiamo: andiamocene lontani, in un paese dove nessuno ci conosca. Lavoreremo e saremo felici. Non piangere, Colomba. Dimmi, che cosa dici? Colomba? (Le solleva il viso e la guarda, accarezzandola dolcemente).

Colomba (impulsiva). Sì, andiamocene via! Non ne posso più anch’io! Portami via, Jorgj! Come i tuoi occhi son belli! Io ti voglio bene come una pazza: per te darei la vita! Quando penso a te mi viene la febbre: la notte non posso dormire! Guai se altra donna oserà [p. 323 modifica]guardarti! Tu sei mio e devi restare sempre mio! Giura che sarai sempre mio, anche se il sangue continuerà a scorrere fra noi. Jorgj, giura, fiore! (Si abbandona fra le braccia di Jorgj; ma ad un tratto si rianima, si stacca dal giovine, lo respinge, si passa le mani sul viso). Vattene, ora, vattene! Basta, ora; vattene.

Jorgj (cerca riattirarla a sè, commosso). Oh, se fossi un altro uomo! Non mi far morire, Colomba! Non occorre che io giuri perchè tu veda come son tuo. Sì, è meglio che vada via! Dammi un altro bacio, e poi basta. (Si riabbracciano. Carezzevole). Colomba, perchè non vuoi che.... l’ospite....

Colomba (vinta). L’ospite.... la pace.... Sì. Che cosa ha detto tuo padre?

Jorgj. Ha riso, ma non ha risposto assolutamente di no. L’ospite disse: verrà il prefetto, verrà il vescovo; si potrà combinare un matrimonio.

Colomba. E lui?

Jorgj. Lui?... Ah, chi è? (Si odono passi nel cortile). Siamo spiati: va, nasconditi. Dirò che son qui perchè.... (Mentre spinge Colomba verso l’uscio appare sulla porta Jacu Lixia).

[p. 324 modifica] Jacu (si ferma sulla porta fingendo stupore: poi ride). Ah, ah! Che vedo? L’aquilotto mio nel nido dei nibbi?

Jorgj. Che fate qui? Dove siete entrato?

Jacu. Per la porta sono entrato! E tu per dove sei entrato?

Colomba (vuole precipitarglisi contro, ma Jorgj la rattiene). Che cerchi qui, assassino? Vattene subito! Come, non ti muovi? Stanotte il tuo sangue laverà il sangue che altra volta hai versato qui. Vattene!

Jorgj (sempre rattenendola). Taci, taci, Colomba. I tuoi udranno. Taci. Babbo mio, andate via, andate.

Colomba. Ma perchè è qui? Come è entrato?

Jacu. Per la porta, ti ho detto!

Colomba. Vattene! Vattene! Lasciami, Jorgj.

Jorgj. Taci, Colomba, taci! Egli è venuto per assicurarsi.... che eravamo assieme!

Jacu (li guarda freddo, ironico). T’inganni, figlio! Io pensavo che voi potreste essere assieme, quanto pensavo che Dio potesse essere col diavolo.

Colomba. Va via, assassino.

[p. 325 modifica] Jorgj. Ma taci.... taci.... andrà via, andremo via....

Jacu. Grida pure, colomba mia! È quello che voglio. Che vengano, che vengano qui, i tuoi uomini! Che venga lo sposo, e il vecchio, e il giovine... Coroneremo la festa nuziale. (Ride).

Colomba. Assassino, va via! Va via, vigliacco! Andate via (spinge Jorgj). Ringrazia il cielo che ci sei tu, altrimenti stanotte....

Jorgj. Sì, andremo via, ma taci, taci.... per me! Fallo per amor mio. Egli (accenna il padre) ti vuol bene.

Jacu. Sì, come ad una coltellata.

Colomba (riesce a svincolarsi da Jorgj e si slancia furibonda contro Jacu). Vattene! Perchè sei qui?

Jacu (ride).

Jorgj (afferra suo padre e cerca trascinarlo via). Andiamo, andiamo! Ah, perchè siete venuto?

Jacu. Dovrei chiederlo io a te, agnello! Che fai tu qui? Oh, mondo curioso! Ecco che l’aquila penetra nel nido dei nibbi pensando di far loro una burletta.... ed ecco che trova l’aquilotto che....

Colomba. Aquila tu? Tu? Volpe, non [p. 326 modifica]aquila. Vattene, pezzente! Ringrazia quello lì (accenna a Jorgj), altrimenti a quest’ora non apriresti più quella bocca orrenda....

Jacu (rìde, mentre Jorgj cerca sempre dì trascinarlo fuori).

Colomba (si contorce, fremebonda). Jorgj, ma non vedi come ride? Va via, va via. O grido....

Jacu. Vuoi che pianga? Per farti piacere?

Jorgj. Babbo mio, andiamo! Fatelo per me! Colomba, taci.... taci.... per me.... per te....

Colomba. Per te finora ho sofferto (Come pazza). Egli qui! Egli qui! È possibile? Dove ha versato il sangue di mio padre! Dove vuol versare altro sangue.... Egli qui! Ed io taccio! Andate via, dunque? Subito, andate via, o questa notte....

Jorgj (al padre). Ma avete perduto la ragione? Andiamo, perdio!

Jacu (guarda Jorgj, cupo, selvaggio). Giovinotto, per chi mi prendi? Mi credi vile come te? Io non mi disonoro per una femminuccia qualunque! Vado via se mi pare; se no resto qui! Che m’importa dei vostri amori? Se voi [p. 327 modifica]dimenticate, io ricordo; tu vieni qui per disonorarti, io vengo per vendicare l’onore dei morti. Va via tu, vigliacco! Io resto.

Colomba. E resterai! (Urla.) Uomini, uomini, accorrete, aiuto!

Nuoro, 1904.



FINE.