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Jorgj. Nè in questo nè nell’altro mondo! E allora perchè mi fai venir qui? Che cosa vuoi da me? Perchè mi streghi, perchè mi uccidi senza ferirmi? (Selvaggio). È per odio che mi fai soffrire. Io so, è per odio, non per amore!

Colomba. Jorgj.

Jorgj. Tu mi inganni, lo so, tu ti beffi di me! Tu sei una donna terribile, ed io ho più paura di te che dei tuoi parenti. Eppure vengo: il che vuol dire che non son vile. Penso sempre che tu, invece di amarmi, mi odii. Sempre ho pensato così.... fin dalla prima volta che son venuto qui. Son già cinque anni! Da bambino ti odiavo, come odiavo tutti i tuoi parenti; quando ti vedevo, in chiesa, o per via, ti guardavo e avevo una strana paura dei tuoi occhi. Avevi due occhi terribili. Eri brutta, da bimba, ma a misura che crescevi diventavi bella. Una volta, ricordati, ci trovammo soli a passare nel piazzale della chiesa: io provai una smania violenta di afferrarti e morderti, e feci come per rincorrerti, ma tu ti chinasti, prendesti una pietra e gridasti: «Che sia maledetto il latte che tua madre ti ha dato! Avvicinati se puoi!» Quella