Novelle (Sercambi)/Novella XXXVII

Novella XXXVII

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Novella XXXVI Novella XXXVIII
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XXXVII


Ditta la dilettevole novella, lo preposto a l’altore disse: «Noi non siamo ancora più che al mezzo il camino di Montefiasconi giunti, e la bella novella ditta ha molto la brigata ralegrata. E che ’l camino che ci resta sia d’una novelletta consolata». A cui l’altore disse: «Et io contenterò ognuno di una bella novelluzza»; parlando:


DE TURPI TRADIMENTO

Di prete Ruffaldo e di Giglietta.


Poi che la novella di prete Pasquino ha dato <piacere> alla brigata, dirò che nel contado di Pisa in una villa nomata Cuosa e’ fu un prete nomato prete Ruffaldo non meno cattivo che prete Pasquino, avendo la chiesa sua posta presso a una casa dove dimorava uno nomato Testa, lo quale avea una sua madre chiamata Massaia. E di poco il ditto Testa avea preso una donna per moglie, di quel comune, nomata Giglietta; e non molto tempo Testa tenuta l’avea che prete Ruffaldo s’inamorò di lei intanto che non potea dormire né mangiare né officio dire senza la immaginazione di Giglietta. E ogni di li passava dalla chiesa colla sua socera Massaia, a che Testa l’avea ditto che con lei andasse acciò che beffe ricevere non potesse. Massaia per amor del figliuolo, ché molto l’amava, et anco per amore di Giglietta, volentieri stava et andava con lei.

Vedendo quel venerabile prete che Giglietta di continuo con buona guardia andava, pensò volere il suo pensieri senza disonestarsi fornire. E uno giorno stando prete Ruffaldo in sulla porta [p. 174 modifica]della chiesa e vedendo passare Massaia e Giglietta: «Dio ti guardi da’ lupo, Giglietta!» E più non dice. Massaia e Giglietta non si danno di ciò pensieri. Lo secondo dì lo prete dice le simili parole; et anco non se ne danno pensieri. La terza mattina lo prete dice: «Giglietta, Dio ti guardi da’ lupo!» Massaia dice: «Sere, voi ci avete già ditto tre volte queste parole: che vuol dire questo?» Lo prete disse: «E’ m’increscerè’ che sì bella giovana debbia esser mangiata da’ lupo». Massaia dice: «Che dite, sere?» Lo prete dice: «Per certo costei al battesmo non ebbe tutti i sacramenti, e però faite n’abiate buona guardia fine che compiutamente l’officio li sarà ditto».

Massaia torna a casa e tutto narra al figliuolo, dicendo: «Noi non potremo lavorare se di continuo mi converrà andare con Giglietta; ma se vuoi io serò col sere e l’officio che a battesmo li mancò lui lo dica». <Testa> disse: «Io sono contento». Massaia ch’era solicita disse al sere che dice Giglietta: «Volete voi livrare l’officio che manca al battesmo?» Prete Ruffaldo disse: «Io sono presto, ma tanto vi dico che vi converrà durare alquanto fatica voi e Giglietta». Massaia dice ciò che bisogna. Lo prete disse: «Egli è di bisogno che voi abiate uno candello di mezza libra et una candella benedetta; o voi o altri per lei vegnate con Giglietta in chiesa, ginocchioni con quello candello aceso starete alla porta della chiesa colla faccia verso ponente, e Giglietta in coro colla faccia verso levante, et io farò l’officio: ben che a lei sarà un poco di pena, non se ne curi. E voi converrà stare atenta, mentre che lo ’ncanto si fa, a non muovervi né volgervi ma con orazioni star ferma, altramente l’officio non varrè’ et i’ lupo mangerè’ Giglietta. E tu, Giglietta, ben che un poco colla candella acesa benedetta ti toccasse il dito, sostieni senza gridare. E se pur gridasse, voi, Massaia, state ferma, ché in voi sta tutto lo fatto, altramente lo lupo Giglietta mangerè’». Giglietta che teme non esser mangiata da’ lupo e Massaia per poter lavorare disseno: «Sere, tutto si farà».

E partitosi Massaia e Giglietta et al marito narrato tutto, subito se n’andò a Pisa e comprò uno candello di mezza libra et una candella benedetta. E tornato, disse alla madre et a Gi[p. 175 modifica]glietta che andasseno al sere a fare l’officio. Massaia e Giglietta ite al sere, il prete, che spettava Giglietta senza brachi, le misse in chiesa; et acceso lo candello e la candella e chiuso la porta della chiesa, disse: «Massaia, tenete questo candello acceso e dite orazioni e paternostri e state qui ginocchioni»; <et> ebbela messa verso la porta.

Massaia informata di quello dé fare, Giglietta se ne va col prete in coro: in s’una banca stretta la puone a sedere colla faccia verso levante; lo prete si puone verso ponente in su quella banchetta, e la candella accesa data in mano a Giglietta dicendo: «Dirai come io dico», Giglietta disse: «Così farò». Lo prete colla mano le tocca la coscia a nude carni però che i panni gli ha tratti di sotto, dicendo: «Dove ti tocca la mano del prete non ti baci bocca di lupo»; e baciòla in bocca. Giglietta sta cheta pensando da’ lupo non esser mangiata, e così lo prete più volte la baciò in bocca. E’ le cosce stringendoli sempre acostandosi a lei, Giglietta pure stava ferma. Prete Ruffaldo avendo teso il balestro, riversando Giglietta in sul corpo li monta. Giglietta gridando, Massaia senza rivolgersi dicea: «Giglietta, porta la pena in pace». E poco valse il gridare, ché il prete fornì il suo pensieri. E levatosi disse: «Massaia, omai può Giglietta sola andare senza paura». Massaia lieta lassò il candello e con Giglietta ne va a casa.

Giglietta malinconosa dice al marito et a Massaia quello che il prete l’ha fatto sotto tale officio. Testa, udendo questo, co’ parenti suoi e di Giglietta preso pensieri di punire il prete secondo che ha meritato, e con deliberato animo trovonno prete Ruffaldo dandoli più colpi, per li quali prete Ruffaldo morìo e pogo si lodò di quello che avea fatto.

Ex.º xxxvii.