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novella xxxvii 175

glietta che andasseno al sere a fare l’officio. Massaia e Giglietta ite al sere, il prete, che spettava Giglietta senza brachi, le misse in chiesa; et acceso lo candello e la candella e chiuso la porta della chiesa, disse: «Massaia, tenete questo candello acceso e dite orazioni e paternostri e state qui ginocchioni»; <et> ebbela messa verso la porta.

Massaia informata di quello dé fare, Giglietta se ne va col prete in coro: in s’una banca stretta la puone a sedere colla faccia verso levante; lo prete si puone verso ponente in su quella banchetta, e la candella accesa data in mano a Giglietta dicendo: «Dirai come io dico», Giglietta disse: «Così farò». Lo prete colla mano le tocca la coscia a nude carni però che i panni gli ha tratti di sotto, dicendo: «Dove ti tocca la mano del prete non ti baci bocca di lupo»; e baciòla in bocca. Giglietta sta cheta pensando da’ lupo non esser mangiata, e così lo prete più volte la baciò in bocca. E’ le cosce stringendoli sempre acostandosi a lei, Giglietta pure stava ferma. Prete Ruffaldo avendo teso il balestro, riversando Giglietta in sul corpo li monta. Giglietta gridando, Massaia senza rivolgersi dicea: «Giglietta, porta la pena in pace». E poco valse il gridare, ché il prete fornì il suo pensieri. E levatosi disse: «Massaia, omai può Giglietta sola andare senza paura». Massaia lieta lassò il candello e con Giglietta ne va a casa.

Giglietta malinconosa dice al marito et a Massaia quello che il prete l’ha fatto sotto tale officio. Testa, udendo questo, co’ parenti suoi e di Giglietta preso pensieri di punire il prete secondo che ha meritato, e con deliberato animo trovonno prete Ruffaldo dandoli più colpi, per li quali prete Ruffaldo morìo e pogo si lodò di quello che avea fatto.

Ex.º xxxvii.