Novelle (Sercambi)/Novella LXVIIII

Novella LXVIIII

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LXVIIII


Crenato che ebbe la brigata e ita a dormire, la domenica mattina levati et udita la messa, lo preposto rivoltosi disse: «Stasera serà la nostra stanza a Napoli, dove noi quine dimoreremo almeno cinque dì acciò che ognuno possa ben comprendere la terra. E tu, altore, fà che per lo camino di bella novella consoli la brigata; e poi ogni giorno, senza comandare, una novella dirai alla brigata acciò che la stanza sia di piacere. E voialtri a servire faite le vivande perfette in abundanzia». E tutti rispuoseno che ubidito sarà: «Ma prima vo’ che al presente l’autore dica qualche moralità». Lui presto disse:

«Fama di te tu dèi lassar nel mondo;
e ben che non si scriva
per li autori, almen vogli il tuo nome
netto lassarlo e non in fondo:
che doppo morte e’ viva,
e poi se ne dirà ch’e’ vive, or come.
Adunqua gitta giù le brutte some
del voler giovenile e ’l corpo sgrava
e l’animo tuo lava,
si che rimagni giusto e temperato:
e torrai via di te il mormorio,
o il tristo abominio
d’esser del tempo di te scelerato,
e piglia il modo di uno onesto vecchio,
e ne’ pensieri fà della morte specchio».

E ditta, l’altore rivoltandosi alla brigata disse: [p. 306 modifica]


DE DOCTRINA DATA A PUERO

Di Giannino da Parigi: avendo un suo padre vecchissimo
e non potendo guadagnare, lui e la moglie l’aveano in
noia di tanto viver’e lo misseno suso a lato al letto in
s’uno lettuccio tristo, sì come dice la novella nota


N>ella città di Parigi fu un mercadante nomato Gualtieri, il quale essendo di tempo avea uno suo figliuolo grande d’età di anni xl, lo quale era chiamato Giannino, al quale Gualtieri avea tutto il suo tesoro messoli in mano. Avendo questo Giannino una donna per moglie nomata Marietta, della quale avea uno fanciullo di anni vi ditto Pippo, Giannino e Marietta, vedendo Gualtieri vecchio e non atto a guadagno, rincrescendo loro che la vita il tenea, per quanti modi poteano cercavano di fare a Gualtieri poco piacere; e massimamente Giannino, ben che Marietta riscaldava il marito a non fare a Gualtieri alcuno bene. E vedendo che la natura l’aitava a vivere, diliberonno levarselo dinanti: e suso rasente il tetto lo feceno portare e quine li feceno uno lettuccio assai cattivo, et ad alcuna lor fante di casa ditto che il mangiar li portasse. E messolo in tal parte, divenìa che Pippo alcuna volta andava a veder Gualtieri colla fante, né mai Giannino né Marietta l’andonno a vedere.

E per questo modo dimorò Gualtieri più tempo, et alcuna volta rimanea, per dimenticanza della fante et anco per fatiga, che Gualtieri non cenava. Et essendo venuto il verno e Gualtieri avendo poghi panni in dosso e cattivo copertoio, disse alla fante se Giannino fusse in Parigi. La fante disse: «Sì», «Or che vuol dire che non m’è venuto a vedere?» Disse la fante: «Forsi che non li è stato a mente». Dice Gualtieri: «Io ti prego che tu li dichi che almeno una volta mi vegna a vedere in tanto tempo, che so bene che almeno delle tre sere l’una va a vedere il cavallo: ben può venire una volta a vedere il padre». E queste parole dice alla fante essendo presente Pippo fanciullo. La fante dice: «Io li farò l’ambasciata».

E partitasi, venuto la sera Giannino in casa, la fante li dice [p. 307 modifica]quello che Gualtieri suo padre ha ditto. < . . . . . . . . > Pippo fanciullo: «Ma sì che ’l disse». Giannino, udendo dire che lui andava a vedere ogni tre sere il cavallo e lui non avea ancora visitato, disse: «Io lo vo’ andare a vedere». Manetta dice: «Deh, non v’andare, ell’è un’asma a vederlo: mandali del pane e del vino, e lassalo stare». Giannino, vincendoli la vergogna, si mosse et al padre andò. Pippo li andò dirieto. E quando giunse, disse: «O Gualtieri, che volete da me?» «O figliuol mio, io sto bene, se non che io muoio di freddo, e penso se io avesse un piliccione, di dì mi terebe caldo e la notte mi terrè’ coperto». Il figliuolo dice: «Io vel comperò». E partitosi, andaro a cenare.

La mattina, come Giannino fue levato, disse a Pippo che seco andasse. Pippo col padre andarono a uno pilicciaio e un grandissimo piliccione comprò, e disse a Pippo: «Porta questo piliccione a mio padre». Pippo quello ne porta a casa, e prese uno coltello e per mezzo lo tagliò, tutto cincighiandolo come persona che non sapea meglio fare; e l’una parte misse in un cassa, e l’altra parte a Gualtieri <portò>, dicendoli: «Tenete la parte del vostro piliccione». Gualtieri lo prese et alle spalli sel puose; e’ pàrli un pogo stretto, nondimeno quello si piglia.

Giannino, la sera che torna a casa, andò al padre, dicendoli: «Come vi sentite ora che v’ho comprato il piliccione?» Gualtieri disse: «Bene, se non che m’è un poco stretto e fammi noia alle braccia, ché mel conviene sempre tenere». Dice Giannino: «Come può essere, che io presi il più grande che trovar si potesse che gostò franchi iiii?» Lo padre disse: «Ell’è pur così». Lo figliuolo prese i’ lume et acostòsi al padre e vidde il piliccione tutto tagliato e comprese esserne levato più che la metà.

E subito chiamò Pippo e la moglie e tutti quelli di casa, volendo sapere chi avea guasto il piliccione, cominciando da Marietta, se toccato l’avesse. Ella dice: «Deh, lassalo stare com’elli si sta». Disse Giannino: «Io ti dico se toccato l’avessi». Ella dice di no, e così dice la fante. Giannino dice a Pippo: «O Pippo, chi ha tocco il piliccione?» Pippo dice: «Babbo, io lo tagliai per serbarlo a voi: quando sarete vecchio come il babbo vostro, io vi farò mettere [p. 308 modifica]apresso al tetto, e perché non abiate freddo, tagliai lo pilicione acciò che l’abiate mezzo».

Giannino, udendo quello che Pippo suo figliuolo ha ditto e veduto il pilicione nascoso per Pippo, fra sé disse: «Costui è profeta, che vede che io tratto male il mio padre e così pensa elli di trattare me, et arè’ ragione. E pertanto, poi che io non sono stato fine a qui tanto savio che mi conviene dal mio figliuolo fanciullo imprendere, penso subito di voler dare al figliuolo buono exemplo». E di presente comandò che il padre fusse lavato e netto, e de’ miglior panni che avea quelli fe’ al padre mettere, comandando alla moglie che lui tratti come sé, altramente con lui non stia. Marietta, ben che mal volentieri ciò facesse, pure ubidìo, e d’alora innanti in capo di taula lo tenne fine alla sua morte.

Ex.º lxviiii.