Novelle (Sercambi)/Novella LXVIII

Novella LXVIII

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LXVIII


U>dito il preposto la bella novelletta del cattivo prete, un’altra ne comandò a l’altore che ne dicesse. E dapoi sedendo a cenare l’altore parlò dicendo:


<DE> DESMEMORAGINE PRELATI

Di Paulo Sermarchesi, servendo alla messa con lo prete
di San Giusto.


V>oi avete udito quello che quel Paulo mentegatto fe’ a prete Bernardo; ora dirò che, essendosi di quella chiesa il ditto prete partito, cioè di San Giusto, <venne> uno prete pisano nomato Biagio, il quale d’avarizia avanzava il ditto prete Bernardo e teneasi da tanto che tutta la chiericia di corte di Roma secondo il suo parere non erano da tanto quanto lui si tenea, andando col capo alto; e più, <innel> canto avanzava il canto delli ermini. Dimorando il ditto prete Biagio in Lucca, e talora officiava innella ditta chiesa, e non avendo chierico, richiedea Paulo Sermarchesi che a lui aitasse la messa dire, avendolo amonito che lui non trattasse come avea fatto prete Bernardo. Paulo soprascritto dice ch’è bene.

E stando per tal maniera, un giorno solenne di festa venendo a dire la messa, disse a Paulo che faccia et aparecchi lo vino dilicatament’e ogni cosa. Paulo mentegatto ode dire che dilicato faccia, pensò infra sé di sapere che cosa era dilicata: e ricordatosi dell’olio, andò alla stagnatella in che l’acqua si mettea e quella impìo d’olio et a l’altare l’aregò. [p. 304 modifica]

E cominciato la messa prete Biagio, Paulo rispondendoli, venne a metter il vino nel calici e l’acqua. Paulo data la stagnatala a prete Biagio, il vino e l’olio innel calici misse. E poi al lavar delle mani fattosi porger a Paulo l’acqua, lavandosi disse: «Questa è buona acqua?» Paulo disse: «Sì». Consecrato il corpo e ’l sangue di Cristo e venutosi a comunicare, prendendo prima il corpo e poi prendendo il calice cominciò a bere. E sentendosi le labra unte, disse a Paulo: «Arestimela fregata?» Paulo dice: «Oh, sete bestia, che mi domandate?» Prete Biagio, rimessosi il calice a bocca e beuto, sapendoli di svanito, rivoltatosi a Paulo disse: «Tu me la dèi aver fregata!» Paulo dice «Anco m’avete voi a me, superbo culo, la lingua fregata!» Prete Biagio prese un lume in mano e volse vedere quello era innel calice: o matto, che non < . . . . . >

Livra la messa, prete Biagio per vergogna lo calice livrò, dicendo a Paulo: «Per certo tu mi dèi aver dato acqua fracida». Paulo dice: «O smemorato, io t’ho dato dilicata cosa». Prete Biagio prese il calice e dell’acqua si fe’ porgere, non volendo vino sperando che Paulo li mettesse il vino guasto come fe’ a prete Bernardo. Paulo, che dell’olio ha messo molto innel calici: «Or bè in malora». Prete Biagio, avendosi udito dire più volte villania, disse: «Io ti farò si crescere l’orecchie che più d’uno acino l’arai grandi!» E Paulo dice: «Or credi che io non sappi che tu hai la cuglia più grande che non è un ventre di bu’, porco marcio, che hai beuto tanto che dovresti esser fracido?» Prete Biagio, messosi lo calice a bocca e mandato giù, cognove esser olio. E voltosi alla brigata lamentandosi di quello che Paulo li avea fatto, Paulo disse: «Tu non berrai quello che ci è rimaso». E preso la stagnateli dell’olio, si fuggìo.

Prete Biagio rimase scernito, né più in tal chiesa usò di venire.

Ex.º lxviii.