Notte (Prati, XCIV)
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Questo testo fa parte della raccolta XIII. Da 'Psiche'
xciv
NOTTE
Calan da Olimpo le grandi ombre; è spento
il color delle cose in questa landa;
senza profumo il fior, senz’ala il vento;
sol per tetti le strigi escono a randa.
O Notte, o del mio nido ospite blanda,
con che soave voluttá ti sento;
e, levato un sorriso a chi ti manda,
nelle dive tue braccia i’ m’addormento!
O fantastica Notte, o Notte, madre
delle tristi parvenze e delle care,
teco nel tuo profondo aere m’invola!
E ameni spettri e fantasie leggiadre
semina nel mio cor. Molte ed amare
compagne tue compenserai tu sola.