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Opere in Cremona

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OPERE IN CREMONA.

El Torrazzo de Cremona fu edificado in mezzo Cremona l’anno 1284. da’ Guelfi, i quali in quell’anno istesso furono cazzati dalli Gibellini con el favor de Ridolfo Imperatore. E’ alto gradi 489, e ogni grado è alto mezzo piede; indi è la cima: sopra le finestre prime all’altro corridor seguente, dove sono li [p. 33 modifica]merli, sono le mire, che mostrano diverse cittadi e castella.

El Domo fu edificato da’ Guelfi l’anno 1284.

Le otto figure de marmo sopra la fazzada del Domo in alto furono de mano de....

Dentro el Domo la Passion sopra la porta maistra, e la Pietà a man manca della porta, ove è el Cristo morto, che gira in ogni verso, tutte figure grandi a fresco, furono de mano de Zanantonio da Pordenon.

La Vita della nostra Donna e de Cristo in alto a fresco, a man manca li 16. quadri furono de man del Boccacino, a man destra li 8. quadri furono de mano de Altobello1.

El Cristo grande con le quattro figure in la volta della Cappella fu de man del Boccacino.




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IN S. DOMENICO

DE’ FRATI OSSERVANTI.

La Palletta della nostra Donna a man sinistra della porta del Coro fu de mano del Boccacino.

L’altra Palletta del Cristo tirato alla Croce, dall’altro lato, fu de mano del detto.

Le altre due pallette appresso le dette furono de man de....

La palla dell’altar maggiore fu de mano de Filippo da Parma2.

El dormitorio è molto magnifico.




IN S. TOMMASO DEI FRATI

DE MONTE OLIVETO.

La sepultura a man destra in la terza cappelletta al corpo de S. Pietro Marcellino fu de man de Zuandomenego da Vercelli, zoè la cassa e li 5. quadri de marmo delle figure de più de basso rilevo attaccate a tavole de do piedi per quadretto, e sopra un piano, e vanno diminuendo3 .




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IN S. AGUSTINO IN MONASTERIO

DEI FRATI EREMITANI

OSSERVANTI.

La istoria de S. Agustino nell’inclaustro a fresco fu dipinta da Mastro Zuanpiero de Valcamonica.

El Refettorio fu dipinto in la volta e in li lati dal Boccacino, ma in la fronte e le spalle da Mastro Zuanantonio da Pordenon.

La Ancona a man destra della porta grande della nostra Donna con li dui Apostoli fu de mano de Pietro Perusino l’anno 1492.4.




IN S. PIETRO MONASTERO DEI FRATI

DALLA CAMISA BIANCA.

L’inclaustro con dui solari de opera Dorica, de buona forma, fu architettura de Filippo dal Sacco Cremonese mastro de tarsia5 .




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IN S. MARIA DELLE GRAZIE, DEI FRA-

TI DI S. FRANCESCO, IN CAPO EL

BORGO DE S. NAZARO, SULLA STRA-

DA DE MANTOVA.

L’Ancona dell’altar grande, e l’Ancona sotto el Parco a man destra furono de man del Boccacino.

La Passion a fresco sopra el Parco fu fatta da.... ad imitazion de Zuanantonio da Pordenon.




IN S. LORENZO PREPOSITURA DEL PRO-

TONOTARIO DA GAMBARA, CHE HA

DUCATI 4000. DE INTRADA.

L’arca de marmo a man manca de S. Mauro fu opera de Zuanantonio Amadio Pavese, laboriosa, sottile, perforata, e rilevata6.

La Pietà de terra cotta, simile a quella de S. Antonio de Venezia, fu de man del Paganino, ovver Turriano7 .




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IN S. ANZOLO DEI FRATI DI S. FRANCE-

SCO FOR DELLA PORTA D’OGNI SANTI

SULLA VIA DE BRESSA.

L’Ancona del presepio all’altar grande, alla maniera Ponentina, con el puttino che illumina le figure circumstante, fu de mano de.... Codignola8.




IN S. VINCENZIO.

La sepoltura de.... a man destra fu de man de Cristoforo da Roma, laudata per la sottilità di fogliami.




IN CASA DEL PRIOR DE S. ANTONIO.

La Lucrezia, che si ferisce, in tela, a colla, alla maniera Ponentina, a figura intiera, fu de mano de Altobello da Mellon Cremonese, giovine de buon instinto e indole in la pittura, discepolo de Armanin.

El camerin rotondo con la volta, che rappresenta el nostro emisperio celeste, fu ornato, e compartito da....




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IN CASA DE M. ASCANIO BOTTA LEG-

GISTA POETA E ANTIQUARIO9.

Le molte Medaglie sono antiche.

Li molti disegni sono di mano de molti e diversi maestri.




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ANNOTAZIONI.


  1. [p. 185 modifica](59) Boccaccino Boccaccio ed Altobello Melone furono pittori Cremonesi, che a merito non ordinario gravi difetti accoppiavano; e di loro si tratta diffusamente da Giovambattista Zaist nelle Notizie de’ pittori scultori ed architetti di quella patria, ivi pubblicate nel 1774 (T. I. p. 63.). Più innanzi Altobello si fa discepolo d’un Armanino, noto di nome soltanto.
  2. [p. 185 modifica](60) E’ costui Filippo Mazzuoli padre del celebre Parmigianino. Allo scrivere del Sig. Ab. Lanzi, chiamavasi dalle Erbette, perchè ne’ verdi riusciva meglio, che nelle figure. Una sua tavola a Parma lo mostra infelice artista (Affò, Vita del Parmigian. p. 8.): di questa in Cremona nulla può dirsi, essendo perduta.
  3. [p. 185 modifica](61) S’è qui voluta dinotare un’arca di scoltura, opera di artefice sconosciuto, contenente li corpi de’ Santi Martiri Pietro e Marcellino, [p. 186 modifica]protettori di Cremona; la quale allora trovavasi nella chiesa di San Tommaso. Ma di questa chiesa scrisse il Campo l’anno 1585 nella Cremona illustrata (p. 11.) ch’ella stava allora per ruinare, e già n’era caduta la torre, e perciò li corpi santi dovevano trasferirsi nella chiesa Cattedrale.
  4. [p. 186 modifica](62) Riferisce quest’opera come tuttora esistente Antonmaria Panni nel Rapporto delle pitture di Cremona, ivi impresso l’anno 1762 (p. 82.); ma la dice del 1494, ed in vece de’ due Apostoli mette San Paolo e Sant’Antonio.
  5. [p. 186 modifica](63) Di Paolo, Giuseppe, ed Evangelista del Sacca Cremonesi, come bravi lavoratori di tarsia, fa memoria il Campo (Cremon. Ill. p. liiii. ec.); ma di questo Filippo egli tace affatto. L’opera di lui andò forse disfatta, non vedendosene fatto indizio dagli scrittori delle cose notabili di quella città.
  6. [p. 186 modifica](64) L’autore qui scrisse, secondo che avrà forse inteso da mal informate persone, che in quest’arca v’è il corpo di San Mauro, laddove quelli vi sono de’ Santi Martiri Mario e Marta. Ma non cadde nell’errore del Vasari (T. VIII p. 365.) col farne scultore di essa Geremia di Cremona; e vi avrà probabilmente lette le parole, che ancora si veggono, i. a. amadeo f. h. o. mcccclxxxii. die vi. octobris. Questo anno riporta il Zaist nel citato libro (T. I. p. 34.), a differenza del Panni (Rapporto ec., p. 127.), il quale ne mette il mccccxxxii. ed a fronte della leggenda stessa, ch’egli adduce, fa Geremia autore dell’opera. Il Co. Iacopo Carrara ciò gli rimprovera giustamente; ma gli fa poi buono l’anno mccccxxxii. (Lettere pittor. T. V. p. 278.).
  7. [p. 186 modifica](65) Di chiaro nome è Guido Mazzoni, altramente detto Paganino, Modonese, siccome [p. 187 modifica]quello che ne’ lavori di plastica riuscì a maraviglia; ed è superfluo ancora qui dirne, dopo tanto che del merito e degli onori suoi ha scritto il Cav. Tiraboschi (Biblioteca modenese, T. VI. p. 467.). La Pietà, o sia la Deposizione di Cristo dalla Croce, fu soggetto da lui frequentemente trattato; e quella che in Sant’Antonio di Venezia è qui nominata, non ancora perì. Ch’egli fosse chiamato anche Turriano, non si vede. Ma forse l’autore ha qui preso equivoco, avendo in mente Giannello Turriano Cremonese, insigne meccanico e facitore di orologi celebratissimo; di cui il mentovato Zaist ha diffusamente scritto (T. I. p. 150.).
  8. [p. 187 modifica](66) Sono conosciuti Francesco e Bernardino Marchesi fratelli da Cotignola, che operavano al principio del secolo sedicesimo, de’ quali dice quanto basta il Lanzi (T. II. P. II. p. 29.).
  9. [p. 187 modifica](67) Ascanio Botta gentiluomo Cremonese fu bene conosciuto per perizia di Leggi, e per Poesia volgare, e trattò cose pastorali in un’operetta, scritta però infelicemente, ad imitazione dell’Arcadia del Sannazaro, e la diede a stampa in Cremona nel 1521. in 8., alla qual edizione altre ne seguirono: ma che egli avesse diletto di disegno e di antichità, e possedesse museo, nè l’Avisi, nè il Mazzucchelli, nè altri scrittori intorno a lui lo hanno detto. Peraltro Hæredes Ascanii Botti mette Uberto Goltzio fra li fautori da se avuti per le opere numismatiche che compose; ma equivocò mettendo quegli eredi a Crema, in vece di Cremona (in fine operis inscripti C. Iul. Cæsar, Lib. I. Brugis 1563. f.).