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lo che ne’ lavori di plastica riuscì a maraviglia; ed è superfluo ancora qui dirne, dopo tanto che del merito e degli onori suoi ha scritto il Cav. Tiraboschi (Biblioteca modenese, T. VI. p. 467.). La Pietà, o sia la Deposizione di Cristo dalla Croce, fu soggetto da lui frequentemente trattato; e quella che in Sant’Antonio di Venezia è qui nominata, non ancora perì. Ch’egli fosse chiamato anche Turriano, non si vede. Ma forse l’autore ha qui preso equivoco, avendo in mente Giannello Turriano Cremonese, insigne meccanico e facitore di orologi celebratissimo; di cui il mentovato Zaist ha diffusamente scritto (T. I. p. 150.).
(66) Sono conosciuti Francesco e Bernardino Marchesi fratelli da Cotignola, che operavano al principio del secolo sedicesimo, de’ quali dice quanto basta il Lanzi (T. II. P. II. p. 29.).
(67) Ascanio Botta gentiluomo Cremonese fu bene conosciuto per perizia di Leggi, e per Poesia volgare, e trattò cose pastorali in un’operetta, scritta però infelicemente, ad imitazione dell’Arcadia del Sannazaro, e la diede a stampa in Cremona nel 1521. in 8., alla qual edizione altre ne seguirono: ma che egli avesse diletto di disegno e di antichità, e possedesse museo, nè l’Avisi, nè il Mazzucchelli, nè altri scrittori intorno a lui lo hanno detto. Peraltro Hæredes Ascanii Botti mette Uberto Goltzio fra li fautori da se avuti per le opere numismatiche che compose; ma equivocò mettendo quegli eredi a Crema, in vece di Cremona (in fine operis inscripti C. Iul. Cæsar, Lib. I. Brugis 1563. f.).
(68) Del palazzo che Cosimo de’ Medici in Milano ebbe in dono dal Duca Francesco Sforza, e che poi fece rifabbricare in più grande e magnifica forma, alcune notizie diede fuori il Va-
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