Nè formidabile uso

Gabriello Chiabrera

XVII secolo Indice:Opere (Chiabrera).djvu Letteratura Intestazione 28 luglio 2023 75% Da definire

Perchè tanto languendo Lungi da' lauri ond'io tessea ghirlande
Questo testo fa parte della raccolta Canzoni lugubri di Gabriello Chiabrera
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X

SOPRA LA MORTE DEL PRINCIPE

D. FRANCESCO MEDICI1.

Nè formidabile uso
     Di parto femminil mostri e portenti
     Non ci turbò le fronti;
     Nè turbine rinchiuso
     5Scosse dell’ampia terra i fondamenti,
     O fe’ crollare i monti;
     Nè per gli spazi della notte ombrosi
     Spiegò cruda Cometa i crini ondosi.
Volgean liete e sicure,
     10(O degli umani cor vani pensieri!)
     Al nostro viver l’ore:
     E pur caduto, è pure
     Oggi de’ pregi di Toscana alteri,
     E spento il non minore,
     15Di cui l’orrido gel ne’ più verd’anni
     Sembra che Italia a lamentar condanni.
Non mi querelo a vôto,
     Lasso! chè alma gentil su caso indegno
     A gran ragion sospira:
     20Atropo dura, e Cloto,
     Perchè verso di noi tanto disdegno?
     Onde risorge l’ira?
     Di nostro orror non v’appagaste, quando
     N’involasti il gran Sol di Ferdinando?
25Ahi che l’orribil volo
     Spiegate, ahi che più ree fate ritorno,
     Ebbre di fier veneno!
     Ecco nembo di duolo
     Copre Firenze, ed al bell’Arno intorno
     30S’adombra ogni sereno:
     Ecco sbandito il suon, deposti i fregi,
     E sepolto il gioir di tanti regi.
Or d’alta angoscia oppresso,
     Ove devo imparar note funeste,
     35E nuova arte di pianti?
     Vergini di Permesso
     Deh disperse le chiome in negra veste,
     Scolorite i sembianti,
     Ed alzate armonia d’aspri dolori,
     40Stracciando in sulle tempie i cari allori.
Non fo preghiera a torto,
     E non vi scorgo a lagrimar tormento
     Di regioni estrane:
     Sempre gentil conforto,
     45E sempre venne a voi chiaro ornamento
     Dalle magion Toscane;
     Voi vel sapete, ed io non mento, omai:
     Scendete o Dive, e raddoppiamo i guai.
Alma, che dipartita
     50Quasi sull’apparir chiaro dimostri
     Siccome fral si viva,
     Se alla tua nobil vita
     Non dispari al favor de’ voti nostri
     Spazio si consentiva,
     55Ben toccava il tuo piè le mete estreme,
     Nè mai cadea la traboccata speme.

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Ma se a morte crudele,
     Per la salute altrui, nulla catena
     E che ritardi il passo,
     Almen lunghe querele,
     Almen degli occhi inessiccabil vena
     Riverserem sul sasso;
     Sul sasso, guardia di due spoglie ignude,
     Sacrando inni di gloria a tua virtude.

Note

  1. Figlio di Ferdinando I fratello di Cosmo II. Morì al quarto lustro dopo due anni di malattia.