Monarchia/Libro III/Capitolo II

Libro III - Capitolo II

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Dante Alighieri - Monarchia (1312)
Traduzione dal latino di Marsilio Ficino (1468)
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Che Iddio non vuole quello che ripugnia alla natura.

Chome nelle superiori quistioni abiàno fatto, similemente nella solutione di questa si vuole pigliare qualche prencipio fermo, nella verità del quale si formino gli argumenti della verità che al presente si ricercha; inperò che sanza un prencipio prefisso non g[i]ova affaticharsi, ancora dicendo el vero, conciosiaché solo el prencipio è la radicie del pigliare e mezi. Adunque questa verità inrefragabile si presupone: che Dio non vuole quel che ripugnia alla natura. Inperò che ·sse questo non fussi vero, el suo contradittorio non sarebbe falso, el quale è: che ·dDio non nonvoglia quel che ripugnia alla intenzione della natura. E se questo non è falso, non sono false ancora quelle chose che di questo seguitano; inperò ch’egli è inpossibile, nelle chose necessarie, el conseguente essere falso, non essendo falso l’antecedente. Ma al non nonvolere l’uno de’ due seguita per nicistà, o volere o non volere; come al [non] odiare per necessità seghuita o amare ho none amare; inperò che ’l none amare non è hodiare, e ’l non volere non è nonvolere, come per sé medesimo è manifesto. Le qua’ cose se non sono false, non sarà falsa questa: ’Iddio vuole quel che non vuole’; la falsità della quale non ha supperiore. E ·cche sia vero quello che qui si dicie, così dichiaro: egli è manifesto che Dio vuole el fine della natura, altrimenti el cielo si moverebbe invano, la quale cosa non si debba dire. Se Iddio volessi lo ’npedimento del fine, vorrebbe ancora el fine dello inpedimento, altrimenti vorebbe questo invano; e perch’egli è el fine dello inpedimento el none essere della cosa inpedita, seguiterebbe che Iddio volessi non essere el fine della natura, el quale si dicie volere essere. Inperò che ·sse Iddio non volessi lo ’npedimento del fine, come E’ non volessi così seguiterebbe al non volere E’ nulla si curerebbe dello inpedimento, o fussi o non fussi. Ma ·cchi non cura lo ’npedimento, non chura quella chosa che ·ssi può inpedire, et conseguentemente non l’ha nella voluntà; e quello che c[i]ascuno non ha nella voluntà, non vuole. Per la qual cosa, se ’l fine della natura può essere inpedito, di necessità seguita che Dio non vuole el fine della natura; e ·ccosì seguita quel di prima, e questo è: Iddio volere quel che non vuole. Adunque è verissimo quel prencipio, del cui contradittorio tante absorde cose seguitano.