Monarchia/Libro I/Capitolo V

Libro I - Capitolo V

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Dante Alighieri - Monarchia (1312)
Traduzione dal latino di Marsilio Ficino (1468)
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Come cholla pacie la generatione humana viene alla sua tranquilità.

Assai è dichiarato che ·lla propria hoperatione della humana generatione tutta insieme sunta è riducere inn–atto senpre tutta la potenza dello intelletto possibile, prima a conten- plare, secondario per questo ad operare per la extensione sua. E perché come è nella parte, così è nel tutto, e nello huomo particulare adiviene che sedendosi et riposandosi prudentemente s’adopera, è manifesto che ·lla generatione humana nella sua quiete e in tranquillità di pacie alla sua propia operatione perviene, la quale è quasi hoperatione divina, secondo el detto di David: «Poco minore facesti lo huomo che gli angeli». Sicché è manifesto che ·lla huniversale pacie tra ·ttutte le cose è la più hottima a ·cconseguitare la humana beatitudine. Di qui avenne che sopra e pastori venne da cielo hun suono che non disse richeze, piaceri, honori, lungha vita, sanità, ghagliardia, belleza, ma disse pacie; perché disse la celestiale conpagnia «Sia gloria in cielo a Dio et in terra agli huomini di buona volontà sia pacie». Et questa era ancora la propia salutatione del Salvatore: «A voi sia pacie», perché era conveniente al sommo Salvatore expriemere huna salutatione somma; el quale costume servorono di poi e suoi discepoli, et Paulo nelle salutationi sue, come a c[i]ascheduno essere può manifesto.