Se a è un numero reale è un numero complesso, il simbolo è un simbolo, a cui finora non abbiamo attribuito alcun senso. I matematici si servono però di tale simbolo specialmente quando , ponendo con Eulero la seguente definizione:
.
È questa definizione accetabile? è essa opportuna?
Essa è accettabile perchè prova di contraddizioni, e perchè se , cioè se è reale, essa non contraddice all'ordinario significato di tale simbolo.
Molte poi sono le ragioni, che rendono opportuna tale definizione e che noi stessi incontreremo in questo libro. Qui ne accenneremo due specialmente importanti.
1° Se , allora, per la definizione di Eulero, il teorema:
è vero anche se sono numeri complessi. [p. 131modifica]Infatti:
.
2° Sappiamo già che, se è reale, allora
.
Ebbene in virtù della definizione di Eulero, questa stessa formola vale anche se z è complesso.
Di tale definizione possiamo servirci per estendere anche a numeri negativi o complessi la teoria dei logaritmi neperiani. Sia un numero complesso. Io dirò che ne è un logaritmo a base e, se
cioè se
, ,
Dunque è il logaritmo aritmetico del modulo di .
Ed o è l'algoritmo di , o differisce da per un multiplo [p. 132modifica] di (k intero). Ciò che è ben naturale, appunto perchè l'anomalia di un numero complesso è defnita a meno di multipli di .
Nel campo dei numeri complessi ogni numero
ha infiniti logaritmi
.
Di questi logaritmi ve ne è uno (e solo uno) reale, se esiste un intero k tale che , ossia se θ è un multiplo di , cioè se si può supporre , cioè se w coincide col suo modulo , ossia se w + reale positivo.
I soli numeri reali positivi posseggono un logaritmo reale (quello di cui si occupa l'algebra elementare). Gli altri logaritmi se ne deducono aggiungendo un multiplo qualsiasi di e sono complessi.
I numeri reali negativi hanno gli infiniti logaritmi (tutti complessi)
In particolare ha tra i suoi logaritmi il numero .
Il teorema fondamentale della teoria dei logaritmi reali diventa ora: Sommando insieme un logaritmo di ciascuno dei fattori di un prodotto, si trova uno dei logaritmi del prodotto2. Il lettore ne deduca i teoremi analoghi per i quozienti, le potenze, ecc.
Così, p. es., dalla non si può già dedurre che, essendo , anche , ma soltanto che il doppio di uno dei logaritmi di vale uno dei logaritmi di ; infatti i logaritmi di sono , il cui doppio è un multiplo di , che è un logaritmo di 3.
Dalla si deduce:
. (1)
Posto <math<x=i z</math> (z reale) il primo membro non ha significato; noi porremo per definizione uguali ai valori [p. 133modifica]che si ottengono dai secondi membri di (1) per . Cioè porremo:
.
Perciò e sono reali per reale; noi li chiameremo rispettivamente il coseno iperbolico di , e il seno iperbolico di . E le indicheremo con cosh e senh (più brevemente ch z e sh z). È dunque:
ch
sh
Si verifica tosto che ; posto cioè , il punto descrive al variare di z una iperbole (donde il nome di funzioni iperboliche), mentre invece le equazioni definsicono il cerchio (donde il nome di funzioni circolari).
Si prova facilmente che , che , che , che . Adottando le (1) per definiz. di per ogni valore della si trova ancora che
e che
.
Anche se sono numeri complessi continuano a valere le formole fondamentali delle goniometria
;
.
Posto per z reale (tangente uperbolica di z) è .
Per ogni z reale si può perciò trovare un angolo del primo o del quarto quadrante (che sarà funzione di z) tale che:
; ; .
[p. 134modifica]Ricordando la definizione di , is consideri la prima di queste formole come un'equazione in cui ; se ne trae:
Note
↑Per m molto grande il segno di , cioè il segno di è positivo, anche se x<\theta</math>; e posso supporre compreso tra .
↑Così anzi si possono trovare tutti i logaritmi del prodotto.
↑Il logaritmo del numero si trova, p. es., sommando insieme , che sono entrambi logaritmi di , e non già facendo il doppio di uno dei logaritmi di .