Lettere di Paolina Leopardi a Marianna ed Anna Brighenti/XXI

XXI. A Marianna Brighenti - A Fermo

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XXI.

A MARIANNA BRIGHENTI

a Fermo

22 luglio (1831)

Bene arrivata, Marianna mia! Hai fatto buon viaggio? sei lieta? cosa te ne pare del cielo della Marca? Io credo che il cielo ti piacerá, ma la terra..... oh la terra l’abborrirai!

Quando sarai più à ton aise, e quando avrai fatto le tue osservazioni, dimmi qual differenza enorme avrai trovata fra i marchigiani e le altre razze d’uomini e di donne che tu conosci, se ti pare che il sangue scorra infinitamente meno bollente qua che altrove, che mancanza di educazione, o, se non altro, di raffinamento di educazione avrai trovato negli uomini, e particolarmente nelle donne. Io non ho viaggiato, come sai, nè sono stata in Romagna; ma sento sempre che le donne vanno assai migliorando più che si cammina verso il nord. Le dame poi di Fermo, e ne conosco alcune, e le sento dipingere quai cameriere — anzi queste sono più svelte e meglio educate.

Anche la città di Fermo poco ti piacerà, non è vero? [p. 53 modifica]

Il desiderio che hai di vedere questa povera sfortunata non può accrescere punto il mio; no perchè egli è immenso, come immenso è il dolore di non vederlo esaudito. Oh! questa tua venuta ha riaperto tutte le mie piaghe; ora sento più che mai di essere sovranamente infelice. O il signor Natali (ch’io non ho mai inteso nominare da mio padre) sogna, o egli intende parlare di mia nonna, giacchè mia madre non è stata mai a Fermo. Io poi non ho passato mai Loreto da una parte, e dall’altra non sono stata mai a Macerata E se io potessi avere la più lieve speranza che le mie più ardenti preghiere fossero esaudite, non ci sarebbe cosa ch’io non facessi per ottenere una tal grazia (prometterei anche di essere buona!) ma tu non conosci le persone dalle quali io dipendo.

Si dette il caso, quand’io era piccina piccina, o anche forse quando non ero nemmeno nata, che la gonna di mia madre s’intrecciò fra le gambe di mio padre, non so come. Ebbene, non è stato più possibile ch’egli abbia potuto distrigarsene. Se non era questo fatto, noi ottenevamo tutto da papà ch’è proprio buonissimo, di ottimo cuore, e ci vuole molto bene; — ma gli manca il corraggio di affrontare il muso di mama anche per una cosa lievissima, mentre ha quello di affrontare il nostro assai spesso, poichè, Marianna mia, non se ne può più affatto affatto. Io vorrei che tu potessi stare un giorno solo in casa mia, per prendere un’idea del come si possa vivere senza vita, senza anima, senza corpo. Io conto di esser morta da lungo tempo; quando perdei ogni speranza, dopo aver sperato tanto tempo inutilmente, allora morii [p. 54 modifica]— ora mi pare di esser divenuta cadavere, e che mi rimanga solo l’anima, anch’essa mezzo morta poichè priva di sensazioni di qualunque sorta. —

Solo le tue lettere la risvegliano di quando in quando, e troppo dolorosamente la. risveglio l’annunzio della tua venuta costi, che mi fa gemere e disperare. Perdonami, o cara, questo sfogo; con te sola io ardirei di farlo, con te che mi hai dato il permesso di considerarti come una sorella, e come tale ti riguardo; ed infatti con una sorella soltanto io parlerei della debolezza di mio padre, sicura ch’ella non lo farebbe sapere all’aria.

Quello che mi dici di Bologna, e di uniformi tricolori, mi pare incredibile. Che si permetta la guardia nazionale ora che son partiti i Tedeschi, può essere; che la scelta cada sopra i liberali, il governo non lo sa certo; ma l’uniforme, non si permetta che venga composto di tre colori, e questo pure sarà un artifizio dei partitanti. . Qui da noi non si sa nulla; sempre notizie di sommosse in Romagna; ma di vere non si sanno che quelle di Rimini, per le quali si diceva sospesa la partenza dei Tedeschi; tu saprai se è vero. Ora si parla di una sommossa a Forli, e si predicono sconvolgimenti a Sinegaglia in tempo di fiera. A Roma i cervelli esaltati, particolarmente dei preti, sognano continuamente congiure, colpi prossimi a scoppiare, mali terribili.

I preti sono, come saprai, malissimo contenti del Papa che perdona troppo troppo, e poi le riforme! Oh il nostro stato non avea bisogno di riforme !!! E pure la Francia ci ha aiutato, non è vero? se non altro ci ha tolto la gravissima spesa del mantenere i tedeschi. [p. 55 modifica]

Salutami tanto Nina, e dille che io ho veduto sin dalla mia camera il rosso colore che suffuse (direbbe un traduttore di Walter Scott) le sue belle gote quando seppe di dover passare quattro mesi in compagnia di Comer. Ecco dunque per essa 4 mesi di risa! Se è vero, come dice Sterne, che ogni riso allunga la vita, chi sa di quanti anni di vita andrà essa debitrice al Sig. Marzi! Addio, anima della mia anima! Di nuovo perdonami se io ti ho annoiato — io non l’ho fatto apposta.

27 luglio....

Come hai veduto, io scrissi questa il 22, ma in quel giorno non potei mandarla alla posta poi sono stata tre giorni a letto, ora ho saputo (e lo saprai anche tu) che i bolognesi hanno chiesto al Papa di potere usare i loro colori, e si dice che lo abbiano ottenuto; ed ecco spiegato l’uniforme tricolore o bicolare, perchè manca il verde. Mi dirai come la impicci per il prolungamento della fiera di Sinegaglia. Addio, o cara. Se non sai i nomi di coloro che sono esclusi dall’ammistia, dimmelo.