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che mi rallegrino, è oggetto di pena anche questa stagione così infelice. Ora debbo chiederti scusa io delle mie ciarle, ma il piaciere di discorrer teco mi trasporta, e poi tu sei tanto buona!


XXI.

A MARIANNA BRIGHENTI

a Fermo

22 luglio (1831)

Bene arrivata, Marianna mia! Hai fatto buon viaggio? sei lieta? cosa te ne pare del cielo della Marca? Io credo che il cielo ti piacerá, ma la terra..... oh la terra l’abborrirai!

Quando sarai più à ton aise, e quando avrai fatto le tue osservazioni, dimmi qual differenza enorme avrai trovata fra i marchigiani e le altre razze d’uomini e di donne che tu conosci, se ti pare che il sangue scorra infinitamente meno bollente qua che altrove, che mancanza di educazione, o, se non altro, di raffinamento di educazione avrai trovato negli uomini, e particolarmente nelle donne. Io non ho viaggiato, come sai, nè sono stata in Romagna; ma sento sempre che le donne vanno assai migliorando più che si cammina verso il nord. Le dame poi di Fermo, e ne conosco alcune, e le sento dipingere quai cameriere — anzi queste sono più svelte e meglio educate.

Anche la città di Fermo poco ti piacerà, non è vero?