Lettere di Paolina Leopardi a Marianna ed Anna Brighenti/LXXV

LXXV. Alla stessa - A Bologna

../LXXIV ../LXXVI IncludiIntestazione 13 novembre 2024 75% Da definire

LXXIV LXXVI

[p. 208 modifica]

LXXV.

ALLA STESSA

a Bologna

21 giugno (1839)

               Mia carissima,

Veramente è cosa meravigliosa che;, avendo avuta è già un mese una tua amorosissima, tenendoti sempre in mezzo al cuore, amandoti con tutta l’anima mia, non abbia scritto a te da si lungo tempo. Veramente io non ti chiedo scusa, chè già la trovo nell’amor tuo e nella tua tenerezza, che mi lusingo e son certa di possedere; pure ti dirò che la venuta di questa cara creatura che abbiamo accolta per figlia, ha alquanto variato il mio sistema di vita, senza però aver variato in nessuna cosa la vivezza dei miei sentimenti per la mia amica di ormai due lustri. Essa già ti conosce e partecipa della mia affezione per te e per i tuoi; affezione tanto ben meritata e che non verrà mai meno.

Godo nel sentirti tanto ben collocata, in situazione amenissima che ti eccita a dolci pensieri, a [p. 209 modifica]care reminiscenze. Oh! Come vorrei venire a goderne, a sorprenderti una sera al chiaro di luna, quando la mia amica se ne va a diporto tra i boschetti o lungo le sponde del Panaro, tutta immersa nei più dolci suoi sogni! E se la sua mente si fissasse per un istante sulla sua Paolina, ed un sospiro indicasse il dispiacere di averla così lontana, quella da cui è tanto vivamente amata, un’ombra allora ti si appresserebbe, e il corpo che anima quell’ombra ti si getterebbe fra le braccia, e quando l’emozione le permettesse di parlare, eccomi, ti direbbe, son io! E allora incomincierebbe una vita che non vivo più da gran tempo, allora incomincierebbero i dolci ragionamenti, le spiegazioni, i racconti; allora dopo lunga passeggiata mi presenteresti ai tuoi lasciando ad essi indovinare chi fosse quella che viene ad assidersi alla loro mensa come un’altra loro figlia; e già m’immagino che papà Brighenti mi salterebbe al collo, o io prima salterei al suo, e piangeremmo insieme al ripetere un nome che sarà sempre il nostro dolore.

Ora decidi s’io appartenga ai classici o ai romantici, ma siccome questo è di poca importanza, ti dirò piuttosto: ora vedi s’io sono sempre la tua amica, se il desiderio di vederti è il mio più vivo desiderio. Al sentire che tu eri per venire a Macerata, certo il primo pensiero fu di sdegno perchè non ti vollero, (ma assicurati che tu sei troppo per quella covata di sciocchi provinciali) poi mi rappresentava il delirio di gioia che avrei provato nel vederti e ne piansi di dolore. Ora, mi pare che non pensi più a calcar le scene, [p. 210 modifica]ma è vero? Certo molto presto avrebbe suonato per te l’ora del riposo, ma non mi sorprende che tu il desideri. Scrivimi cosa pensi di fare, dove andrai, spirati i sei mesi della locazione del vezzoso tuo casino. Chi sa che quelle dolci aure non ispirino pensieri più miti alla nostra Nina? Chi sa che i nuovi versi del suo menestrello la rendanọ men severa o più indulgente? Però non so condannarla, e sono anzi certa di serbare sempre per essa come per te la più viva ammirazione.

Mio fratello e la Cleofe ti salutano caramente. Per dirti qualche cosa di essa, ti dirò che non ci potevamo imbattere in una giovine il di cui carattere maggiormente si addattasse a quello di Mamà. Buonissima e cara creatura, niente istruita o guastata dall’arte e dalla letteratura, promette di passare tranquillamente con noi i suoi giorni, sembrandole questa una fortuna cui non aveva mai sognato, e vien circondata da noi con tutta la nostra affezione, e speriamo che questo le terrà luogo di quei divertimenti, cui già essa non sembra molto inclinata, e che il nostro paese non può certo darle. Il giorno otto del mese futuro, il suo zio, arcivescovo di Fermo, verrà creato Cardinale. Ti scrivo oggi (15 di giugno) giorno della festa del Santo protettore di Recanati, poco prima di uscire pel passeggio; e son certa di non poter meglio ricomprare la noia imminente, che coll’abbracciare e baciare amorosamente te, mia diletta, e la nostra Nina. Ai cari tuoi genitori saluti infiniti, e a te anche un altro abbraccio, e addio! Vado ad immergermi nella noia dell’acconciamento.