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verà ristoro in questo pensiero. Addio, mia diletta! Abbraccio Nina Peretti e saluto teneramente i tuoi genitori: a te ripeterò quello che ti ho detto già tante volte, che sei l’anima dell’anima mia. (Credo che si dicesse anche nel cinquecento). Addio, addio.


LXXV.

ALLA STESSA

a Bologna

21 giugno (1839)

               Mia carissima,

Veramente è cosa meravigliosa che;, avendo avuta è già un mese una tua amorosissima, tenendoti sempre in mezzo al cuore, amandoti con tutta l’anima mia, non abbia scritto a te da si lungo tempo. Veramente io non ti chiedo scusa, chè già la trovo nell’amor tuo e nella tua tenerezza, che mi lusingo e son certa di possedere; pure ti dirò che la venuta di questa cara creatura che abbiamo accolta per figlia, ha alquanto variato il mio sistema di vita, senza però aver variato in nessuna cosa la vivezza dei miei sentimenti per la mia amica di ormai due lustri. Essa già ti conosce e partecipa della mia affezione per te e per i tuoi; affezione tanto ben meritata e che non verrà mai meno.

Godo nel sentirti tanto ben collocata, in situazione amenissima che ti eccita a dolci pensieri, a