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ma è vero? Certo molto presto avrebbe suonato per te l’ora del riposo, ma non mi sorprende che tu il desideri. Scrivimi cosa pensi di fare, dove andrai, spirati i sei mesi della locazione del vezzoso tuo casino. Chi sa che quelle dolci aure non ispirino pensieri più miti alla nostra Nina? Chi sa che i nuovi versi del suo menestrello la rendanọ men severa o più indulgente? Però non so condannarla, e sono anzi certa di serbare sempre per essa come per te la più viva ammirazione.
Mio fratello e la Cleofe ti salutano caramente. Per dirti qualche cosa di essa, ti dirò che non ci potevamo imbattere in una giovine il di cui carattere maggiormente si addattasse a quello di Mamà. Buonissima e cara creatura, niente istruita o guastata dall’arte e dalla letteratura, promette di passare tranquillamente con noi i suoi giorni, sembrandole questa una fortuna cui non aveva mai sognato, e vien circondata da noi con tutta la nostra affezione, e speriamo che questo le terrà luogo di quei divertimenti, cui già essa non sembra molto inclinata, e che il nostro paese non può certo darle. Il giorno otto del mese futuro, il suo zio, arcivescovo di Fermo, verrà creato Cardinale. Ti scrivo oggi (15 di giugno) giorno della festa del Santo protettore di Recanati, poco prima di uscire pel passeggio; e son certa di non poter meglio ricomprare la noia imminente, che coll’abbracciare e baciare amorosamente te, mia diletta, e la nostra Nina. Ai cari tuoi genitori saluti infiniti, e a te anche un altro abbraccio, e addio! Vado ad immergermi nella noia dell’acconciamento.