Lettere di Paolina Leopardi a Marianna ed Anna Brighenti/LIV

LIV. Alla stessa - A Novara

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LIV

ALLA STESSA

a Novara

7 dicembre (1834)

               Marianna mia,

Una volta ad un mio amico lontano da me, e fuori di stato scriveva in questo modo, e le mie lettere, o sieno i miei biglietti gli giungevano felicemente1. E perchè mi sono detta a me stessa, non farò così anche a chi sta a Novara? io credo che non vorrà dispiacere questo filantropico pensiero, seppure il diavolo non vi si mette in mezzo onde non farlo riuscire nel suo scopo.

Marianna mia, dimmi prima di ogni cosa, come stai? come sta il tuo raffredore? hai sofferto nel tuo viaggio? Oh quanto mi ha afflitto la tua ultima di Bologna in cui mi parlavi dell’ostinatissimo tuo raffredore! [p. 154 modifica]

Oh come tremo che il viaggio in questa fredda stagione, e lo strapazzo che ti conviene di prendere nelle prove ti faccia male, o non ti faccia guarire. Senza che io te lo dica pensa quanto deside io abbia la tua amica di saperti bene arrivata costì, lieta del novello tuo soggiorno, e piena di speranza del buon successo. Se stai bene, spero che vorrai dirmi tutte queste cose assai presto, sicura che nol sarà mai quanto io lo bramo. E se non mi parli tu, io non avrò più nuove di te, nè meno nel Carnevale, chè tu stai troppo lontana da noi, ed i giornali ch’io vedo poco parlano di paesi si lontani. Ed a proposito di giornali ti voglio copiare qui a piè un tratto del Feuilletton della Gazette de France sulla Malibran, e vedrai che ovunque essa canta, lascia una impressione sola. Mi dirai poi chi sieno i compagni tuoi, mi dirai cosa fa Nina, cosa fanno i tuoi genitori, come ti piace Novara.

Se vuoi sapere quanto io sia forte nella geografia, sappi soltanto che credeva fermamente che Novara fosse nel Piemonte, ed oggi soltanto me ne sono disingannata colla carta geografica innanzi agli occhi. Vedi meglio di me ch’io non merito verun elogio per la traduzione dell’operetta di Maistre, essa indica soltanto che ho molto ozio, e che Nobili ha voluto stamparla: il libro nel suo originale è graziosissimo, vorrei che si potesse dir lo stesso nella lingua nostra. Se tu non hai avuto un esemplare col mio carattere si è perchè, temendo che partissi da Bologna più presto di quel che hai fatto, scrissi a Nobili che ti mandasse una copia immediatamente stampata, chè [p. 155 modifica]altrimenti non era in tempo, ed egli lo fece, ma ma non ti può cadere in mente che sia stato per mancanza di amicizia od anche di delicatezza; tu sei sempre la mia diletta, e non ne devi dubitare neanche un istante, no, se mi vuoi anche una piccola parte del bene che ti voglio io.

«M.lle Malibran qui pouvait devenir le charme des auditeurs les plus difficiles, avait fini par se rendre le supplice de ses amis les plus dévoués. Combien de fois n’-a-t-elle pas fait changer le spettacle! De combien de relâches n’a-t-elle pas été coupable au moment le plus inattendu! Quittez donc vos familles, ajournez vos affaires, négligez vos amis, hâtez votre diner, pressez votre toilette, crevez vos chevaux dans l’espoir d’arriver a tems pour le di piacer mi balza il cor ou le se il padre m’abbandona; puis vous trouvez sur l’afficher il matrimonio avec M.lle Tadolini, ou l’ultimo giorno di Pacini, ou la bande, la bande encore moins fatale du relâche par indisposition de la prima donna que vous aviez recontré le matin caracolant au vis sur un cheval fingant, ou que vous apperceviez le même soir dans quelque lige des Varietés ou de la Porte S. Martin. Il n’y a théâtre ni admiration qui poisse tenir à de pareilles incartades. M.lle Malibran ruinerat tout à la fois enthousiasme et administration. Moins de génie dans l’éxécution et plus de bonne fois dans les engagemens. Un bonheur troublé est un agrément insupportable».

Mi sembrò tanto caro questo lamento allorchè il lessi, che giurai di fartelo sentire, ed era quando le tue orecchie e l’animo tuo dovevano essere: [p. 156 modifica]inebbriate dall’incanto della sua voce. Marianna mia, io ti stringo al mio cuore, a questo cuore cui non puoi mai comprendere quanto tu sii cara, quanto ti ami.



  1. Mandava questa lettera acclusa in un giornale.