Lettere di Paolina Leopardi a Marianna ed Anna Brighenti/CV

CV. Alla stessa - A Modena

../CIV ../CVI IncludiIntestazione 20 novembre 2024 75% Da definire

CIV CVI
[p. 292 modifica]

CV.

ALLA STESSA

a Modena

9 marzo (1851)

               Mia carissima,

Vedi quanto io sono generosa con te! Quando toccava a me il lamentarmi amaramente, e lo sgridarti a piena gola per un silenzio protratto certo di troppo, ti do materia di rimproverarmi perchè rispondo si tardi alla tua amorosa lettera del due [p. 293 modifica]dello scorso febbraio. Malgrado i tuoi giri di rettorica (e si vede bene che sei maestra) la povertà dei tuoi ragionamenti per iscusarti di un anno di silenzio, non ha potuto essere ricoperta altro che dalla tua affezione, la quale mi fai vedere sempre viva ed intatta anche in mezzo a tanti affanni e a tanti pensieri. Molte e molte volte nel corso di questo silenzioso anno ho pensato a te e all’amor tuo, e a quello della Nina, ed era sicura di essere sempre amata da si amate persone, e attribuiva alle vostre nuove e faticose incombenze, il dispiacere di vedermi priva di vostre lettere tanto desiderate. Ora dunque mi rallegro assai con voi, mie carissime, che queste vostre fatiche vi diano il ben dovuto e meritato compenso, e non posso fare altro che eccitarvi a proseguire sempre alacremente in questa nobile impresa, che vi frutterà guadagno immenso per l’altra vita, e lodi ed onore grande in questa. Nè io invidierei punto nè porrei alcuno de’ miei, nello istituto di Genova, tu già mi comprendi bene. Viani me ne scrive; già saprai ch’esso ci professa lettere e storia, e mi dice che le alunne son molte, e ci accorron sempre dalla Toscana, dal Piemonte e dalla Liguria. Mi narra di una Rosellini di Pisa e di una Roverigo di Sanremo come di due portenti d’ingegno. Figurati cosa diverranno poi! Io sono sicura che le amiche mie non invidieranno punto il famoso grido che fa sorgere quell’istituto, sicure nella loro coscienza di meritare più alte lodi per più nobil via.

Abbiamo avuto noi in carnevale opera in musica; egregia opera, che ha richiamato seralmente per più di due mesi buon numero di forestieri. I [p. 294 modifica]due Foscari, i Lombardi e la Sonnanbula sono state le opere eseguite, e tutte hanno ottenuto il comune soddisfacimento. Per pettegolozzi sovvenuti poi in fine del carnevale, la diletta Sonuambula, quella che ne faceva riposare la mente e l'udito dalle troppo fragorose e per nulla sentimentali melodie di Verdi, poco si è fatta sentire. Avevamo un' orchestra eccellente e tre soggetti assai bravi. dicevasi, essere uno spettacolo di capitale.

Mi reca grande meraviglia che non ti sia riuscito di vendere le lettere di Giacomo; e le lettere di Giordani hai potuto esitarle?

Mia carissima, non istancarti di volermi bene e di scrivermi talvolta, se puoi. Noi stiamo bene, grazie a Dio, meno la Cleofe che non guarisce mai perfettamente. Io ho passata l'estate men male del solito perchè ho avuto la compagnia di una diletta mia amica e della sua famiglia che ha dimorato cinque mesi in Recanati, ma poi essa è partita, ed ora non mi rimane di conforto, altro che le sue lettere, e la memoria dolcissima dei di passati insieme.

Addio, mia Marianna, addio Nina mia. Ricevete ambedue molti teneri saluti dei miei e baci di Virginia. Addio, addio con tutta l'anima abbracciandovi e baciandovi con tenerezza grande. La vostra Leopardi.