Lettere di Paolina Leopardi a Marianna ed Anna Brighenti/CIX

CIX. A Marianna e Nina Brighenti - A Modena

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CVIII CX

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CVIX.

A MARIANNA E NINA BRIGHENTI

a Modena

16 dicembre (1864)

               Mie carissime Marianna e Nina,

Ho tenuta sempre sul mio tavolino l’affettuosa lettera che voi mi scriveste il 21 novembre scorso, la quale, sebbene in risposta ad altra mia, pure quasi esigeva ch’io ve ne ringraziassi essendo che era piena di espressioni le più affettuose e cordiali. Jo mi riserbava di farlo più tardi, si per i miei molteplici imbarazzi, si perchè volea unirvi anche i più vivi augurii di ogni più eletta felicità si nel nuovo anno, si in una lunga serie di altri anni pieni di tranquillità e di pace. Io spero che Iddio benigno vorrà accordarveli, o mie dilette, vedendo in voi tante rare e preziose virtù, degne veramente di compenso e di premio. Sovente mi torna in mente il bel piacere sentito in quel giorno ch’io fui costi, e scorro per quelle vostre camere ed esamino tutte le vostre cose che con tanta pazienza, sensibilità e gentilezza voleste mostrarmi, rispondendo a tutte le mie domande, e soddisfacendo a tutte le mie curiosità: e in vero mi pareva un sogno quella visita che soddisfaceva ad un desiderio da si lungo tempo sostenuto, di conoscervi di persona ambedue, e scambievolmente [p. 303 modifica]attestarci la nostra si lunga e costante affezione; ma ringraziamo Iddio che quello non fu sogno, ma vera realtà e vero godimento sebbene troppo breve. Certo, non ve lo prometto, perchè l’avvenire è oscuro per tutti, molto più lo è per me, ma se potrò tornerò infallantemente costi e non per poche ore. Già Modena mi lasciò anch’essa gran desiderio di rivederla, e così qualche altra vicina città, come Reggio e Parma; e se Iddio mi concede vita e salute, spero di rivedervi nell’anno venturo con più quiete e calma. Intanto, sappiate che ho aspettato a lungo questa fotografia del ritratto di Papà vostro ei vostri ritratti; li ho aspettati, ma non sono mai venuti, e perciò, non già io vi accuso di cattiveria, ma son sicura che non vi è riuscito di averli e vi perdono volentieri, sperando sempre che una volta vi riescirà di spedirmeli.

Alle gentili ed amabili signorine Danesi mando un mucchio di saluti e un affettuoso bacio a ognuna di esse, (ringraziandole assai della graziosa loro lettera si cordiale e affettuosa) delle quali ricordo sempre piacevolmente il modesto contegno e distinto portamento; ognuna di esse io prego a ricordarsi di volermi bene, e faccio una carezza alla bambina. Mi direte poi com’è il loro vestito d’inverno, poichè quello di estate lo conosco. Care mie, tocca a me il darvi la mancia pel S. Natale. Pure non potendo altro, vi faccio dono di questa carta che vi accludo, lacerata, e più di nessun valore, spero che la gradirete1. Mi direte [p. 304 modifica]ancora come vanno i vostri affari litigiosi e se sperate sempre di vincire e di assicurarvi una di vita comoda e tranquilla. Questo è quello che io vi desidero e vi auguro con tutto il mio cuore, e son sicuro che non stenterete punto a crederla.

Addio, addio, mie carissime. Mi raccomando alla vostra affezione ripetendomi costantemente vostra aff.ma Paolina Leopardi.



  1. Un’obbligazione di L. 265, per altrettante chè le Brighenti aveano ricevuto a prestito dalla Leopardi nel maggio del 1864.