Le pitture notabili di Bergamo/XXVII
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S. AGOSTINO.
XXVII.
Nella sesta Cappella similmente sfondata v’ha un buon Quadro all’Altare di Giacomo Barbello, esprimente S. Niccola da Tolentino, in mezzo a trè Quadretti per banda de’ miracolosi Fatti di esso Santo del pennello medesimo. In quella appresso, Francesco Talpino, figliuolo d’Enea, colorì degnamente la Sacra Famiglia con un vago e ridente S. Giovannino. Segue la Trasfigurazione di nostro Signore dipinta in muro a fresco, nell’ultimo Altare da questo lato, con singolar eccellenza. Se ne ignora l’Artefice; e sembrerebbe del Lotto, al di cui fare s’avvicina di molto, se fosse più calda e robusta la tinta. La Tavola in diversi partimenti con il Salvatore in mezzo ad alcuni Santi, e Sante, che si vede nel picciol Ricetto che mette nella Sagrestìa, si crede del Vivarini da Murano, Pittore antico. Dentro la Sagrestìa merita di essere osservata una delle più belle e corrette Fatture ch’abbia condotte il Ceresa nel Quadro, appeso al muro dalla sinistra, colla B. V. il Bambino, e S. Giuseppe. Rientrando in Chiesa il Quadrone del Coro con S. Agostino, S. Monica, e alcuni Angioletti, è industriosa Operazione di Francesco Cappella, Autore ancora dell’Annunciata dipinta nella Cappella di S. Orsola. I due gran Quadri laterali, in uno de’ quali è rappresentato il Martirio di S. Orsola, nell’altro essa Santa appiè del Trono su cui siede il Tiranno, e innanzi a lui un Ufiziale che riceve gli ordini, e più altre figure; si credono di mano di Alessandro Zanchi Cremonese, più manieroso, che esatto e corretto Pittore.
Scesi dal Presbiterio troveremo al primo Altare, che è a mano diritta, una Tavola con la SS. Trinità effigiata dal gentile e dilicato pennello di Paolo Olmo; e le pareti della Cappella dipinte a fresco da Troilo Lupi nel 1582. con gran diligenza e perfezione in genere di ornati, e di Architettura. Al contiguo Altare v’ha lo Sposalizio di S. Caterina Vergine e Martire, figurato con lode dal pennello di Francesco Talpino; ma la Gloria si vede danneggiata dal tempo. Ne segue al terzo una Tavola con S. Giuliano ec. che ha qualche maniera di stima, e l’Autore n’è Giuseppe Cesario, che si è sottoscritto coll’anno 1664. All’Altare appresso vedesi l’Assunzione di Maria Vergine, Opera di antico e incognito Artefice, ma stimata da’ nostri Scrittori, e con assai diligenza e finimento esequita. Il S. Alò dipinto in legno al seguente Altare fra i SS. Bonaventura, e Antonio Abate, con sopra il Redentore sedente alla foggia di quello che è nella Tavolina dell’Altare di Ognissanti in S. Maria Maggiore, è antica e non indegna Pittura fatta nel 1525. che vi si trova scritto senza il nome dell’Autore. Il S. Girolamo a fresco ne’ lati, e il S. Agostino dirincontro, come pure gli Ovati corrispondenti sopra, sono antiche e pregiate Pitture, di lunga mano superiori a quelle della volta. Il Crocifisso dipinto all’Altare contiguo con un S. Martire a destra, e S. Rocco a sinistra, è di mano di Luca Bernardo Sanzi, nel 1707. I SS. Carlo, e Girolamo laterali, sono essi pure modernamente dipinti da risoluto e grandioso pennello. Quivi pure sono osservabili alcune Iscrizioni e Monumenti ragguardevoli dell’antichissima e nobil Famiglia de’ Conti Vertova. All’ultima Cappella havvi un Salvatore scolpito in legno messo a oro, e contornato da cinque Quadretti, ovvero Partimenti dorati; nel mezzo de’ quali è dipinta la Vergine sedente col Bambino, e dai lati S. Barnaba, e S. Vincenzo, e sotto a questi S. Agostino, e S. Monica: Opera antica d’incognito Autore; ma degna di essere osservata. Più considerabili però sono i Freschi della Cappella medesima, veggendosi nella volta una bellissima Trinità di Lorenzo Lotto; i SS. Bonaventura, e Agostino laterali di mano maestra, benchè ignota; e le mirabili Fatture di Troilo Lupo del 1586. nella dipinta Architettura ed ornati.
Usciti di Chiesa, e osservata dopo breve discesa, la Fontana che è a destra, e dirimpetto alla Porta della Città, detta di S. Agostino, costrutta di pietre forti, e di marmi bianchi con bella idea disposti, tornando indietro per la stessa via sino al Mercato delle Scarpe, indi proseguendo dirittamente alla Piazza Vecchia, poi alla Nuova, e trapassando la Cittadella, e la Porta della Città, detta di S. Alessandro, osservata ancora a sinistra la Colonna eretta sotto il Vescovo Emo nel 1621. nel sito appunto, dov’era la Porta della nobile e antichissima Cattedrale di S. Alessandro, demolita l’anno 1561. per le Fortificazioni della Città, calando giù pel Borgo Canale, si trova a mano manca la Chiesa Prepositurale di
S. GRATA INTER VITES.