Giuseppe Gioachino Belli

1835 Indice:Sonetti romaneschi IV.djvu sonetti letteratura Le perziane Intestazione 8 ottobre 2024 75% Da definire

Er lutto p'er capo de casa Er peramprèsso
Questo testo fa parte della raccolta Sonetti romaneschi/Sonetti del 1835

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LE PERZIANE.

     Nonna mia parla sempre de le stole1
Der tempo suo su le finestre umane.
Ma cce s’ha da impiegà ttante parole,
Mentre adesso sciavémo2 le perziane?

     La perziana dà llusce e appara3 er zole,
Dà aria e afferma4 piogge e ttramontane.
E nun fuss’antro, ste du’ cose sole5
De nun favve6 entrà mmai mosche e zzampane!7

     Io so che inzin da quanno dar zor Pietro
Hanno armato8 perziane, nun pòi crede,9
La grandina nun j’ha ppiù rrotto un vetro.

     Pe’ le donne poi, metti in capo-lista
Che ddietr’a le perziane una pò vvede10
Li fatti di chi vvò,11 ssenza èsse12 vista.

23 agosto 1835.

Note

  1. Stuoie.
  2. Ci abbiamo: abbiamo.
  3. Ripara.
  4. Ferma.
  5. E non fosse altro, che queste due cose sole.
  6. Di non farvi.
  7. [Zanzare. V. il sonetto: Le zzampàne, 2 apr. 46.]
  8. Armare una cosa: metterla, cavarla fuori, introdurne l’uso.
  9. Non puoi credere, qui vale: “incredibile a dirsi.„
  10. Può vedere.
  11. Chi suole.
  12. Essere.