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Dopo ciò diveniva impossibile riguardare le meteore luminose come elementi indigeni del nostro sistema solare, e per esse avvenne ciò che era poco tempo prima accaduto per le comete. Per molto tempo fu creduto che questi astri misteriosi, cotanto una volta temati quasi presagi di tristi e luttuosi avvenimenti, formassero parte del nostro sistema solare, e nou differissero dagli altri pianeti che per le sole apparenze fisiche e per altre circostanze di poco momento. E per dare ragione dello innumerevoli anomalie a eni vanno soggetti i loro movimenti, si faceva ricorso all’azione perturbatrice ora di questo, ora di quel pianeta. Il Laplace paragonando le orbite dei pianeti colle orbite cometarie, non dubitò di asserire che le comete sono astri del tutto ostranei al nostro sistema, i quali ci provengono dai lontani spazi stellari. Le asserzioni di Laplace vennero ai di nostri am[p. 32 modifica]piamente confermate, massime dopo le belle investigazioni di Hoek direttore dell’Osservatorio di Utrecht, che l’amore di brevità mi vieta di qui riportare.

Le comete, secondo le recenti teorie, sono ammassi ben poco considerevoli, derivati dalla incompleta condensazione della materia celeste, di cui sono pieni gli spazi interstellari; sono astri nomadi, senza patria determinata; e viaggiano sole o raccolte in gruppi di molte insieme, trascorrendo di sole in sole, di sistema in sistema, senza fermarsi generalmente in nessun luogo. Allorchè uel loro incerto cammino vengono attirate da un sole vicino, descrivono intorno a questo un’orbita aperta e di lunghezza indefinita che dicesi parabola, avvicinandosi audacemente alla sua superficie, che vanno quasi a toccare nel passaggio pel perielio (cioè pel punto dell’orbita più prossimo al sole); ma che poi sfuggono con ция теlocità vertiginosa, per tema di essere inghiottite e disciolte nella sua almosfera incandescente. Superato questo pericolo, [p. 33 modifica]esse continuano il loro viaggio nello spazio, e si allontanano da quel primo sole per soggiacere fatalmente alla potente attrazione di un secondo; o per tal guisa esse vanno di tappa in tappa da un estremo all’altro del mondo senza mai arrestarsi. Talvolta però codesti corpi cosmici passano vicino a qualche gran pianeta, il quale può arrecare delle grandi modifica. zioni nel loro movimento, o far si che qualcheduno di essi perda il suo umor vagabondo, e si fermi, almeno per qualche tempo, nel sistema planetario in cui allora si trova, trasformando il suo primitivo cammino parabolico in un’orbita ellittica intorno al centro del sistema medesimo. Ma, attesa la sua mussa piccolissima, il corpo meteorico è sempre disturbato nel suo movimento dagli astri che li circondano; epperò anche in questo caso, il suo cammino è molto capriccioso, e potrà avvenire benissimo che un’ultima perturbazione lo getti di nuovo su di un’orbita parabolica, e lo costringa ad abbandonare il sistema di cui era stato ospite per qualche tempo. [p. 34 modifica]

Che se non una, ma un sistema di molte comete vengono a passare presso un centro preponderante di attrazione; allora, per le note leggi dell’attrazione universale, la più vicina sarà attratta per la prima, ed abbandonando le sue compagne, se ne allontanerà sempre di più con grandissima rapidità per la crescente attrazione di quel centro. In seguito verranno nello stesso modo attirati tutti od una gran parte dei rimanenti membri del sistema; ed uno dopo l’altro passeranno vicino al sole che le anima, separati da intervalli di tempo talora lunghissimi, a descrivendo orbite poco fra loro diverse. E ciò appunto il citato Hook ha dimostrato essere avvenuto per molto delle comete già conosciute.