Le Trachinie (Sofocle - Romagnoli)/Parodo
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PRIMO CANTO INTORNO ALL’ARA
Entra nell orchestra il Coro, composto di quindici
giovinette di Trachine.
CORO
Strofe I
Te, cui la notte genera
variopinta, allor che muore, e in talami
corica poi di fuoco,
te, Sol, te, Sole, invoco,
ché tu m’annunzi dove,
dove d’AIcmena il figlio
si trovi, o Sol che avvampi — di scintillanti lampi:
se nell’un continente,
o nell’altro, o fra i valichi del mar dimmi s’ei muove.
Pupilla onnipossente.
Antistrofe I
Poiché nel desiderio,
Deianira, l’assai contesa femmina.
lo so, come usignuolo
gemebondo pel duolo,
mai non placa la brama
negli occhi senza lagrime;
ma ricordo ansïoso — dell’errabondo sposo
nel cuor suo sempre è desto;
e nel deserto talamo si strugge, e attende, grama,
un destino funesto.
Strofe II
Perché, come molteplici
di Noto, oppur di Bora, infaticabili
flutti sul vasto pelago
che giungon puoi veder, che s’accavallano:
cosí, colma di pene
la vita, ora travaglia
Il figliuolo di Giove, or lo sostiene,
come il mare di Creta. E alcun dei Dèmoni
lungi l’uomo su cui biasmo non cade
tien dalle case d’Ade.
Antistrofe II
Perciò, dandoti biasimo,
reverenti parole, eppur contrarie
io parlerò. Distruggere
la buona speme tu non devi: agli uomini
vivere senza lutto,
neppur consente il figlio
di Saturno, che a fine adduce il tutto.
E sugli uomini sempre s’avvicendano
gioia e dolor, come in volubil corsa
van le stelle dell’Orsa.
Epodo
Poiché, né la siderea
notte perenne pei mortali dura,
non dovizia o sciagura;
anzi, ben presto mutano,
e tocca all’uno il giubilo,
l’altro ne resta privo.
Nelle tue spemi, o mia Signora, serbane
il ricordo ancor vivo.
Improvvido il Croníde
chi mai cosí verso i suoi figli vide?