Le Ricordanze (Rapisardi 1872)/Parte prima/A fanciulla inferma

Parte prima - A giovinetta inferma

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A FANCIULLA INFERMA.


     Sotto a la bianca coltrice
Del tuo polito letticiuol ti vidi,
O sofferente giovinetta, e quanta
Pietà mi vinse da quell’ora il petto
5Del tuo stato infelice,
Mortal labbro non dice. Era il tramonto
E pe ’l cheto villaggio
Incoronato del novello aprile,
Spargean l’imbalsamata aura gli aranci.
10Cinte di fior la testa

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Reddian le allegre villanelle a schiere
Da la vicina festa,
Ricordando un furtivo
Guardo d’amore e un tenero saluto
15E lo splendor de’ ceri e degli arredi
De la parata pieve
E il patetico accento
Del pio predicatore.
In abito festivo
20Torna anch’esso l’assiduo zappatore,
A cui non lieve ingombro è per la via
L’insolito calzàre;
Su la tarda asinella
Sen va cheto e satollo il buon pievano,
25Mentre scalzo ed ansante
Da presso il segue il suo fedel garzone,
Con la verga pungente e con la voce
L’asin sollecitando al suo padrone.

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     In quell’ora di festa al tuo romito
30Casolare venn’io: dolce ai soffrenti
Dei soffrenti è il ritrovo. Al limitare
Corsemi incontro il povero mastino,
Adulandomi intorno
E ai piedi miei sdrajandosi supino.
35Deserto era il cortile,
E su l’incolta ajuola,
Già dolce cura di tua man gentile,
Morian le frondi e i fiori;
Solo su l’infrequente uscio, ondeggiando
40Al dolcissimo orezzo vespertino,
Qualche pallido fior piovea da’ rami
Il lento gelsomino.
Al tuo vegliato capezzal sedea
L’addolorata madre,
45Spesso volgendo il ciglio

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A una pietosa immagin di Maria,
Che ha tra le braccia il figlio.
Lesta intorno venia
L’affettuosa tua sorella intesa
50Ai pietosi servigi; in su la porta
Siede il buon genitore, e sottovoce
Ripiglia il fratellino,
Che ruzza dietro a l’infedel micino.

     De la lucerna al tremolante raggio
55Vidi il bianco tuo fronte e il fuggitivo
Lume degli occhi tuoi
E le diffuse chiome
E l’aereo sorriso. Oh dimmi, a quali
Fantasime di ciel guardi e sorridi,
60Candida giovinetta?
Qual ti lusinga mai viso e splendore
Di sempiterni lidi,

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Che ad occhio di felici Iddio contende?
Qual su le tacit’ali
65Invisibile a noi spirto d’amore
Per le sedi degli astri amor t’insegna?
Dunque di questa nova
Primavera terrena,
Ove più agli occhi tuoi vita non splende,
70Ne fuggirai per sempre?
Dunque sol dura prova
D’infinito dolore
Degni del ciel ne rende?
Deh! se per lunga passïon si trova
75Oltre i lacci del mondo amore e luce,
Al luminoso e santo
Volo, o fanciulla mia, tu mi sia duce,
Chè amore io cerco, e lungamente ho pianto!