Reddian le allegre villanelle a schiere
Da la vicina festa,
Ricordando un furtivo
Guardo d’amore e un tenero saluto 15E lo splendor de’ ceri e degli arredi
De la parata pieve
E il patetico accento
Del pio predicatore.
In abito festivo 20Torna anch’esso l’assiduo zappatore,
A cui non lieve ingombro è per la via
L’insolito calzàre;
Su la tarda asinella
Sen va cheto e satollo il buon pievano, 25Mentre scalzo ed ansante
Da presso il segue il suo fedel garzone,
Con la verga pungente e con la voce
L’asin sollecitando al suo padrone.