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     In quell’ora di festa al tuo romito
30Casolare venn’io: dolce ai soffrenti
Dei soffrenti è il ritrovo. Al limitare
Corsemi incontro il povero mastino,
Adulandomi intorno
E ai piedi miei sdrajandosi supino.
35Deserto era il cortile,
E su l’incolta ajuola,
Già dolce cura di tua man gentile,
Morian le frondi e i fiori;
Solo su l’infrequente uscio, ondeggiando
40Al dolcissimo orezzo vespertino,
Qualche pallido fior piovea da’ rami
Il lento gelsomino.
Al tuo vegliato capezzal sedea
L’addolorata madre,
45Spesso volgendo il ciglio