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rima di descrivere la villa Medicea ed evocarne i ricordi storici, diamo un occhiata alla località in mezzo alla quale essa sorge e raccogliamo quelle poche notizie che possano al caso nostro avere una importanza storica.

La villa Medicea, col suo parco ed i suoi annessi, occupa la parte occidentale della collina di Careggi e in basso, dinanzi a lei, scorre il torrente Terzolle attraversato più verso tramontana da uno svelto ponte in muratura. A settentrione è la valle del torrente che s’addentra, verso le pendici dell’Uccellatoio, fra quelle e il fianco selvoso di Monte de’ Vecchi che dallo stesso lato di settentrione chiude la collina di Careggi e la difende dall’impeto dei venti di tramontana.

A levante è l’antica parrocchia di S. Pietro a Careggi [p. 12 modifica]che sorge nel centro di una quantità di ville e di casette, amenissimi e ricercati luoghi di villeggiatura ai quali si riferiscono molti ricordi della storia delle famiglie fiorentine e dell’epoca medicea in specie; più indietro chiudon l’orizzonte i colli della Lastra sui quali passa l’antica strada bolognese. A mezzogiorno poi, l’occhio spazia liberamente in mezzo ai piani che si stendono a ponente di Firenze, e sulle gaie colline di Montughi che per mezzo dei colli delle Pergole e di Poggio Secco, si uniscono a quelle di Careggi.

L’ambiente è serenamente bello, la campagna è lussureggiante, l’orizzonte è ampissimo, il clima è delizioso anche nei tempi rigidi, perchè dal lato di tramontana i colli fanno barriera all’impeto dei venti freddi e violenti; gli accessi sono comodissimi e questo vale a spiegare facilmente il desiderio ch’ebbero i nostri antichi di costruire in questo luogo una quantità di palagi e di case da signore, che da’ tempi più lontani fino a’ nostri hanno servito e servono di quieto e desiderato luogo di villeggiatura.

Il giudizio così lusinghiero che si fa oggi della bellezza di questo luogo, corrisponde perfettamente a quello dei nostri antichi. Nella sua celebre Cronaca, Giovanni Villani parlando di Careggi dice «ch’era il più bello paese di villate e il meglio accasato e ingiardinato e più nobilmente, per diletto de’ cittadini, che altrettanta terra che fosse al mondo».

Il nome di Careggi ci riporta col pensiero all’epoca romana, giacchè Careggi altro non è che la derivazione di Campus Regis.

E le memorie dell’epoca romana non mancano certo nei luoghi circonvicini. [p. 13 modifica]

Poco sotto Careggi, si potrebbe dire a pochi metri di distanza, passava la Via Cassia che da Roma per Firenze si spingeva fino a Lucca e di essa si son viste anche tempo indietro le tracce, mentre esistono tuttora delle iscrizioni che la ricordano nel cortile della vicina Pieve di S. Stefano in Pane.1

Da Careggi, o poco lungi, passava il famoso acquedotto che alimentava le fonti di Fiorenza, colonia romana e del quale si vedevano gli avanzi, chiamati le Arcora, nella pianura presso il Romito.

Nel medio evo, Careggi ha memorie più sicure e più importanti. Varie famiglie tra le più potenti della città, di quelle che a provare la loro remota antichità si dicevano del primo cerchio, possedettero qui, campi, boschi, e ville o meglio castelli perchè in que’ tempi in cui erano così comuni le guerre, le scorrerie, i saccheggi, ogni casa di signore che sorgeva nelle vicine campagne bisognava che fosse forte e ben munita per poter resistere e difendersi ad ogni evento.

Due famiglie specialmente ebbero possessi a Careggi fino dal XIII secolo.

I Vecchietti e i Guidalotti detti del Migliaccio. I Vecchietti, che si dicevano in antico Vecchi, avevano a Firenze palagi, torri, case, loggia e perfino una chiesa (S. Donato) eretti nel centro della vecchia città e precisamente sulle rovine dell’antico Campidoglio Romano. Da loro e dalle loro case che nel 1362, dopo la battaglia di Montaperti furono distrutte da’ Ghibellini,2 prese nome di Monte de’ Vecchi, il colle che sta a cavaliere di Careggi e che ora per corruzione è chiamato Monterivecchi. I Guidalotti, che ebbero pure palagi e torri presso S. Maria Maggiore, possedettero case e terre a Careggi, spe[p. 14 modifica]cialmente nella parte più verso Firenze e forse anche nel luogo della Villa Medicea.

Dopo, le costruzioni si moltiplicarono, i possessi si suddivisero e nella prima metà del XV secolo, quando si istituì il catasto, nel popolo di Careggi non c’erano meno d’una trentina di case da signore appartenenti a famiglie che nella storia gloriosa della Repubblica Fiorentina hanno una importanza singolare.

I Pazzi che furon tanto grandi da rivaleggiare colla potenza Medicea, ebber villa a Careggi prossima al loro castello della Loggia: e con loro ne ebbero i Tornabuoni cittadini di grande ricchezza, i Pilli antichissimi abitatori della prima cerchia, i Davanzati famiglia di grande autorità, i Benci che per la ricchezza loro eran detti i Magnifici, i Niccolini di stirpe antichissima, gli Alberti che han lasciato tanti ricordi del loro splendore, i Ciai, i Maccianghini, i Lippi, gli Arrighetti, i Del Pancia, i Pagagnotti, i Pieruzzi, i Ciampelli, i Bartolini Scodellari, i Doni, i Bettini, i Foresi, i Cambini, tutte famiglie di non poca rinomanza e che ebbero parte nel governo della città.

Della chiesa parrocchiale di Careggi, che è intitolata a S. Pietro, non abbondano le memorie.3 È di costruzione antichissima e la presenza di una villa granducale nel suo territorio le valse la ricchezza di decorazioni e di ornamenti che tuttora vi si nota.

Sul colle del Monte de’ Vecchi sorse nel 1320 un piccolo monastero che appartenne per molti anni ai frati della Badia di Firenze e che ebbe una piccola, ma gentile e graziosa chiesetta.4

Note

  1. [p. 81 modifica]Furono illustrate dal Moreni autore di una importante opera sui Contorni di Firenze. Una di queste lapidi ricorda appunto la Via Cassia. Di questa si trovarono importanti tracce anni addietro nei lavori del Viale presso la Fortezza da Basso.
  2. [p. 81 modifica]Nell’estimo dei danni recati dai Ghibellini ai beni dei Guelfi, si ricordano varie case nel popolo di S. Piero a Careggi distrutte a danno di Ridolfo e Cino di Gherardo De Vecchi.
  3. [p. 81 modifica]La chiesa di S. Pietro a Careggi era di patronato dell’antichissima famiglia Pilli; da un documento degli spogli Strozziani apparisce poi che nel 1483 ai dì 10 d’agosto, alcuni della famiglia Pilli donavano il patronato di questa chiesa a Lorenzo di Piero de’ Medici. La chiesa fu quasi del tutto rifatta ai primi del XVI secolo. Fu rettore di questa chiesa, Pier Francesco di Bernardo Giambullari letterato di gran riputazione e di molto ingegno autore di una Storia d’Europa, lavoro di sommo pregio che egli non potè terminare perchè colto dalla morte.
  4. [p. 81 modifica]Tra le carte della Badia Fiorentina, troviamo alcuni documenti relativi alla chiesa di Montevecchi o Monte de’ Vecchi, oggi Monterivecchi. Uno, del 6 febbraio 1320 è il consenso del Capitolo Fiorentino a che Messer Antonio Vescovo di Firenze permetta alla Badia di Firenze di far fabbricare una chiesa, casa, campanile con campana nel luogo di Montevecchi popolo di S. Piero a Careggi e perchè a detta chiesa sia ammensata la chiesa di S. Bartolo a Greve (ora S. Bartolo in Tuto.) L’altro del 13 febbraio dello stesso anno è la facoltà data dallo stesso Vescovo alla Badia di fabbricare la detta chiesa alle Mura sul Monte de’ Vecchi e di celebrarvi i divini uffizi.