La signora dalle camelie (teatro)/Atto IV/Scena settima

Scena settima

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Atto IV - Scena sesta Atto V
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SCENA SETTIMA


Armando e detta.


Armando. Voi avete chiesto di me, o signora?

Margherita. Sì, Armando, io voleva parlarvi.

Armando. Volete forse discolparvi?

Margherita. No, Armando, non è di ciò che ora si tratta, io anzi vi pregherò di non più pensare al passato.

Armando. Sia pure, giacchè è troppo disonorante per voi.

Margherita. Non mi rimproverate, Armando; vedete quanto sono pallida ed abbattuta; io non posso difendermi contro di voi, e se anche ne avessi i mezzi non [p. 82 modifica]la tenterei. Ascoltatemi dunque senza odio, senza collera, senza disprezzo. Armando, datemi la vostra mano.

Armando. No, o signora, e se non è che questo che volevate dirmi... (per partire).

Margherita. Non mi sarei giammai immaginato che voi respingereste la mano che io vi tendeva! ma non è di ciò che ora si tratta, o Armando: è necessario che lasciate Parigi.

Armando. Che io parta?

Margherita. Sì, che voi ritorniate presso vostro padre, e questa notte istessa.

Armando. E perchè, o signora?

Margherita. Perchè il signor de Varville vi provocherà, ed io non voglio che alcuna sventura vi colpisca, voglio esser sola a soffrire.

Armando. Per cui voi mi consigliate di sfuggire un duello? voi mi consigliate una viltà? Infatti qual migliore consiglio potrebbe suggerire una donna vostra pari?

Margherita. Armando, io vi giuro che da un mese ho tanto sofferto, che me ne è rimasta appena la forza per dirvelo; io sento che il mio male si accresce e mi abbrucia. Oh, Armando, in nome del nostro amore passato, in nome di quello che soffrirò ancora, in nome di vostra sorella, di vostra madre, ritornate presso vostro padre, e dimenticate persino il mio nome, se pur lo potete.

Armando. Oh! io vi comprendo, o signora. Voi tremate per il vostro amante che rappresenta la vostra fortuna. Io potrei con un colpo di spada e di pistola farvi una miserabile, come forse l’eravate con me; infatti quella sarebbe una gran disgrazia!

[p. 83 modifica]Margherita. Voi potreste essere ucciso: ecco la sola sventura che io pavento.

Armando. Ma che v’importa che io viva, oppure muoia? Avete avuto un tal pensiero quando mi scriveste: Armando, dimenticatemi: io sono l'amante d’un altro? Che v’importava allora, se questa parola m’avesse ucciso? e se non sono morto, o signora, si è perchè avevo giurato di vendicarmi! Ah! voi credevate che tutto ciò sarebbe terminato così! che voi avreste avuto il diritto di spezzarmi il cuore senza che io pensassi a vendicarmi nè su voi, nè sul vostro complice? No, signora, no. Io sono ritornato... tra me dunque e il signor de Varville deve decidersi o della vita o della morte: dovreste voi pure morire, o signora, vi giuro che l’ucciderò!

Margherita. Il signor de Varville non è colpevole; io sola la sono!

Armando. Voi l’amate, o signora, e ciò basta perchè io l’odii!

Margherita. Voi sapete che io non potrei amarlo!

Armando. Allora perchè vi siete venduta a lui, o signora?

Margherita. In nome del cielo, non me lo chiedete, Armando, io non posso dirvelo.

Armando. Ebbene, o signora, io ve lo dirò, io! voi vi siete venduta a lui perchè siete una donna senza cuore... sleale... perchè il vostro amore s’appartiene a colui che può pagarlo, e perchè avete posto all’incanto il resto del vostro onore. Perchè, essendo sul punto di fare un ultimo sacrificio, il coraggio v’è mancato, ed il vostro istinto ha ripreso l’impero sopra di voi, perchè, infine, quest’uomo che vi consacrava la sua vita, [p. 84 modifica]che v’abbandonava il suo onore, non valeva per voi quanto una carrozza o quanto i diamanti che adornano il vostro capo.

Margherita. Armando! sì, questa è la sola cagione. Sì, io sono un’infame, una miserabile creatura che non non vi amava, che v’ha ingannato. Ma più io sono infame, di più voi dovete disprezzarmi, e non esporre la vostra vita e la vita di coloro che vi amano. Oh, Armando, ve ne supplico alle vostre ginocchia... lasciate Parigi... partite.

Armando. Io lo farò, ma ad una condizione.

Margherita. E qual’è?

Armando. Che voi siate pronta a seguirmi.

Margherita. Giammai!

Armando. Ascolta, Magherita, io sono pazzo, io ho la febbre, il mio sangue abbrucia, il mio cervello bolle: io mi trovo in una di quelle crisi in cui l’uomo è capace di tutto, e non indietreggia all’idea d’un delitto. Io ho creduto per un momento che l’odio soltanto mi spingesse sulle tue traccie; no, era l’amore, quest’amore invincibile, straziante, accresciuto dai rimorsi, dall’onta e dal disprezzo; ebbene, pronuncia una sola parola di pentimento, accusa del tuo delitto la fatalità, la tua debolezza, ed io lo dimenticherò; che m’importa di Varville? Io l’odio, perchè credo che tu l’ami. Dimmi soltanto che non è vero, e ti perdonerò; noi lasceremo Parigi, anderemo in capo al mondo, se fa bisogno, ma parla, Margherita, rispondi: sei tu decisa a seguirmi?

Margherita. Armando, io darei tutta la mia vita per un solo giorno di quella felicità che mi proponi, ma questa felicità per me è ormai impossibile!

[p. 85 modifica]Armando. Ancora!

Margherita. Un abisso ci separa. Armando, parti, dimenticami, è necessario, perchè lo ho giurato.

Armando. E a chi?

Margherita. A colui che aveva il diritto di chiedermi questo giuramento.

Armando. Al signor di Varville, non è vero?

Margherita. Sì.

Armando. Al signor di Varville che voi amate? Oh, ditemi almeno che l’amate, ed allora partirò.

Margherita. Ebbene... sì... io l’amo!

Armando. (correndo al fondo, ed aprendo la porta) Allora... venite, signori, venite.

Margherita. Che fate voi?

Armando. Ora lo vedrete! (entrano tutti) Signori, conoscete voi bene questa donna?

Tutti. Margherita Gauthier!

Armando. Sì, Margherita Gauthier. Sapete voi tutti quello che ella ha fatto?... essa ha venduto i suoi cavalli, la sua carrozza, i suoi diamanti per vivere con me, sì tanto mi amava... Quest’azione è generosa, non è così? ebbene, sapete cosa abbia fatto io?... io ho agito con lei come un pitocco, come uno spiantato... sono stato tanto vile d’accettare questo sacrifizio, senza nulla darle in contraccambio. Ma però sono ancora in tempo, e ritorno per riparare a questo mio fallo. Voi tutti siete testimoni che io ho pagato questa donna, e che ormai non le debbo più nulla! (getta una borsa d’oro ai piedi di Margherita).

Margherita. (getta un grido e cadendo) Ah! (Varville ferma con forza la mano ad Armando).

fine dell’atto quarto.