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la tenterei. Ascoltatemi dunque senza odio, senza collera, senza disprezzo. Armando, datemi la vostra mano.
Armando. No, o signora, e se non è che questo che volevate dirmi... (per partire).
Margherita. Non mi sarei giammai immaginato che voi respingereste la mano che io vi tendeva! ma non è di ciò che ora si tratta, o Armando: è necessario che lasciate Parigi.
Armando. Che io parta?
Margherita. Sì, che voi ritorniate presso vostro padre, e questa notte istessa.
Armando. E perchè, o signora?
Margherita. Perchè il signor de Varville vi provocherà, ed io non voglio che alcuna sventura vi colpisca, voglio esser sola a soffrire.
Armando. Per cui voi mi consigliate di sfuggire un duello? voi mi consigliate una viltà? Infatti qual migliore consiglio potrebbe suggerire una donna vostra pari?
Margherita. Armando, io vi giuro che da un mese ho tanto sofferto, che me ne è rimasta appena la forza per dirvelo; io sento che il mio male si accresce e mi abbrucia. Oh, Armando, in nome del nostro amore passato, in nome di quello che soffrirò ancora, in nome di vostra sorella, di vostra madre, ritornate presso vostro padre, e dimenticate persino il mio nome, se pur lo potete.
Armando. Oh! io vi comprendo, o signora. Voi tremate per il vostro amante che rappresenta la vostra fortuna. Io potrei con un colpo di spada e di pistola farvi una miserabile, come forse l’eravate con me; infatti quella sarebbe una gran disgrazia!